Mons. Perego (responsabile commissione immigrazione dei vescovi italiani): “Lo ius Italiae? Un passo indietro segnato dalla paura”

Immagine tratta dal sito www.gaiaedizioni.it

“Questo cambio di nome, ius Italiae – per segnalare che si tratta di un modello italiano – non mi convince, anzi non vedo nessun modello, piuttosto un passo indietro rispetto allo ius scholae.

Dieci anni sono troppi, non hanno senso per tanti studenti che sono nati in Italia e hanno fatto un percorso prima di arrivare a fare la scuola elementare nel nostro Paese. Quindi credo che la proposta dello ius scholae sia più significativa nei tempi precedentemente indicati.

Se è vero che la scuola è il luogo fondamentale della formazione anche del cittadino, come è vero, credo che come vale per gli altri bambini, debba valere anche per i bambini di altre nazionalità che frequentano la nostra scuola e il più delle volte sono nati in Italia”. (Mons. Giancarlo Perego)

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Scuole di cittadinanza: dove lo Ius Scholae esiste già (intervista di Sara De Carli a Eraldo Affinati, dalla rivista “Vita”)

Eraldo Affinati, scrittore e insegnante, fondatore della Scuola Penny Wirton

«La cittadinanza non deve essere concepita come un premio. Significa riconoscere i diritti di chi vive e lavora in Italia, paga le tasse, è già parte della comunità nazionale. Il successo o l’insuccesso scolastico non devono entrarci. Dovrebbe valere solo la frequenza scolastica a testimonianza di una presenza attiva nel Paese, nel rispetto reciproco delle regole di convivenza, il che comporta diritti e doveri, secondo il dettato costituzionale.» (Eraldo Affinati)

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«L’integrazione che funziona, la storia di Eghe e della sua nuova vita nelle Giudicarie» (di Laura Galassi, Rai – TGR Trento, 18 agosto 2024)

Eghe con la sua famiglia (immagine tratta dal servizio Rai di Laura Galassi)

“Nigeriano, Eghe è arrivato in Trentino nel 2015. Alle spalle le dolorose traversate di Sahara e Mediterraneo. In Italia ha imparato l’italiano e un mestiere. È operaio a Storo e quest’anno è riuscito a ricongiungersi con i quattro figli e la moglie Marian.(…)

Eghe abita in una casa di Valdaone che altrimenti sarebbe rimasta disabitata. Il bando del Comune era pensato per aiutare i richiedenti asilo.” (Laura Galassi, Rai)

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«L’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo funziona» (intervista di Davide Sighele della Rai di Trento a Vincenzo Passerini, 17 agosto 2024)

«Ammassare i profughi in una grande struttura in città è dannoso per i profughi e per la comunità”.

Accoglierli in piccoli gruppi nelle valli e nei paesi – aggiunge – mobilita invece le realtà locali: “Queste esperienze funzionano bene, i profughi si integrano, lavorano e si rendono indipendenti.»

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Mattarella: “Ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica.” (testo integrale del discorso alla stampa)

Palazzo del Quirinale, 24 luglio 2024: il Presidente Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di consegna del “Ventaglio” (Foto tratta dal sito della Presidenza della Repubblica www.quirinale.it)

«Va sempre rammentato che i giornalisti si trovano a esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all’art.21 della Carta fondamentale, con un ruolo democratico decisivo.

Si vanno, negli ultimi tempi, infittendo contestazioni, intimidazioni, quando non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti. Ma l’informazione è esattamente questo. Come anche a Torino, nei giorni scorsi.

Documentazione di quel che avviene, senza obbligo di sconti. Luce gettata su fatti sin lì trascurati. Raccolta di sensibilità e denunce della pubblica opinione. Canale di partecipazione e appello alle istituzioni.

Per citare ancora una volta Tocqueville, “democrazia è il potere di un popolo informato”.

Ecco perché ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica.»

Sergio Mattarella

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Arrivata a Parigi la Squadra Olimpica dei Rifugiati del CIO che rappresenterà oltre 100 milioni di sfollati ai Giochi 2024

La squadra olimpica dei rifugiati (da TG2000).

Trentasette atleti provenienti da 11 Paesi diversi, ospitati da 15 Comitati Olimpici Nazionali (CNO) e che gareggiano in 12 sport.

Per la prima volta dalla creazione della squadra Olimpica dei Rifugiati sono presenti due atleti rifugiati residenti in Italia. Si tratta di Iman Mahdavi, lotta libera 78kg, e Hadi Tiranvalipour, taekwondo categoria -58kg, entrati a far parte del Programma Olimpico per i Rifugiati nel 2022 e 2023. (dal sito di Unhcr Italia)

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No africani ben vestiti e in buona salute. “Come scrivere d’Africa”, di Binyavanga Wainaina (da “Granta” e “Internazionale”)

“Mai mettere in copertina (ma neanche all’interno) la foto di un africano ben vestito e in buona salute, a meno che quell’africano non abbia vinto un Nobel. Usate, piuttosto, immagini di persone a torso nudo con costole in evidenza.”

La rivista “Internazionale” ha riproposto questo articolo dello scrittore keniano Binyavanga Wainaina, pubblicato sulla rivista britannica “Granta” e poi da “Internazionale il 24 febbraio 2006 che prende in giro il nostro modo di vedere e raccontare l’Africa. Sono passati quasi vent’anni, ma, più o meno, siamo sempre lì.

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Trump guidò la politica di distruzione delle famiglie migranti. E non si trovano più i genitori di 545 bambini

L’azione più vergognosa e disumana della politica di Trump è stata la separazione dei bambini dai loro genitori quando venivano arrestati dopo aver illegalmente attraversato il confine tra Messico e Stati Uniti.

La decisione venne adottata nella primavera del 2018 nell’ambito della politica di “tolleranza zero” verso gli immigrati e portò alla deportazione e separazione di circa 3.000 bambini, anche molto piccoli, 60 di loro di età inferiore ai 5 anni.

Gli uni e gli altri rinchiusi in centri di detenzione diversi e molto distanti.

Una spietata barbarie.

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“Il più implacabile avversario di Mussolini.” Giacomo Matteotti veniva assassinato dal regime fascista cento anni fa, il 10 giugno 1924. Il ritratto, da “Tracce nella nebbia”, e le iniziative del Centenario

Giacomo Matteotti, 1885-1924 (al centro)

«Il 30 maggio 1924 Matteotti denunciò in Parlamento con un memorabile discorso, tra le continue interruzioni dei fascisti, le aggressioni, le uccisioni e i brogli con cui Mussolini aveva vinto le elezioni: “I candidati non avevano libera circolazione… Nessun elettore si è trovato libero di decidere… Il Presidente del Consiglio affidava ai militi fascisti la custodia dei seggi… L’onorevole Piccinini fu assassinato nella sua casa per aver accettato la candidatura… I nostri opuscoli furono sequestrati, i giornali invasi, le tipografie devastate…”

Vincenzo Passerini

da “Tracce nella nebbia. Cento storie di Testimoni”

 

In fondo alla pagina i link delle iniziative del Centenario.

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Incontro dell’Anpi per ricordare i 299 malati psichici e disabili deportati nel 1940 verso la morte nei lager in Germania (Pergine Valsugana, Trento, 25 maggio 2024)

«Nel maggio del 1940, 299 uomini e donne di lingua tedesca ricoverati nel manicomio regionale di Pergine furono deportati in Germania; l’operazione era stata concordata fra autorità tedesche e italiane nel quadro delle cosiddette “opzioni” – per cui gli allogeni potevano “scegliere” se rimanere in Italia o trasferirsi nel Reich – e del programma Aktion 4, che prevedeva l’eliminazione per eutanasia dei malati psichici e dei disabili considerati “vite senza valore”, non degne di essere vissute, ai quali, pertanto, l’“opzione” fu sostanzialmente imposta, se non preclusa.

La maggior parte trovò la morte per malattia, carenza alimentare, stenti, ma anche nel contesto delle operazioni naziste per” la purificazione della razza”»

A cura del Laboratorio di storia di Rovereto

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Francesco a “Arena di pace”: Non spettatori della guerra ma seminatori di speranza e costruttori di pace

Arena di pace: l’abbraccio tra l’israeliano Maoz Inon e il palestinese Aziz Abu Sarah.

Deportare i profughi: l’ultima disumanità. È entrato in vigore il vergognoso accordo Italia-Albania

«Il 25 marzo scorso è entrato in vigore l’accordo tra Italia e Albania sulla deportazione in veri e propri centri di detenzione, appositamente costruiti e gestiti in territorio albanese a spese dell’Italia, di una parte dei profughi soccorsi in mare dalla Guardia costiera italiana. Un accordo disumano e vergognoso. E costoso. »

Vincenzo Passerini (da “Vita trentina”)

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Peter Gatrell, “L’inquietudine dell’Europa. Come la migrazione ha rimodellato un continente”. Il più importante libro sulle migrazioni in Europa dopo la Seconda guerra mondiale

“Il mio libro parla delle domande che la migrazione ha posto all’Europa e delle richieste che i migranti hanno rivolto all’Europa stessa.

Le risposte offerte formano una parte integrante della storia europea.

Una lettura dell’Europa dopo la Seconda guerra mondiale che non mettesse tra i suoi elementi centrali la migrazione e i migranti, sarebbe necessariamente incompleta.

In effetti tutti i principali sviluppi nell’Europa del dopoguerra sono legati alla migrazione.”

Peter Gatrell

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“Donne e uomini in cammino: eretici, soldati, filantropi, migranti”: incontri con l’autore alla Biblioteca di Riva del Garda. Sabato 18 maggio, ore 10.30, “La speranza che muove il mondo”

“Donne e uomini in cammino: eretici, soldati, filantropi, migranti” è un nuovo ciclo di incontri con l’autore che sbarca in biblioteca con la volontà di proporre non solo un tema originale e stimolante ciascuna volta ma anche allietare l’approfondimento con un piacevole accompagnamento musicale ad opera degli allievi del Conservatorio di Musica F. A. Bonporti di Riva del Garda e con le letture del volontari della biblioteca che, di volta in volta, proporranno dei passaggi tratti dal libro protagonista dell’incontro (a cura della Biblioteca Civica di Riva del Garda)

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Aprile a Monteveglio, con Caponnetto, Borrelli e Zanotelli nel ricordo di Dossetti (riproponiamo questo nostro articolo del 2002 su un memorabile incontro che ci riconduce alle radici dei nostri mali presenti)

Antonino Caponnetto (1920-2002)

Domenica 28 aprile 2002 nella piazza di Monteveglio (Bologna), il paese che ospita sulle sue colline la comunità monastica di Dossetti, si è ritrovato un pezzo di Italia civile, cattolica e laica, che aveva accolto l’invito del giovane sindaco a partecipare alla pubblica cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria ad Antonino Caponnetto, creatore del pool antimafia di Falcone e Borsellino.

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Dietro le parole fascismo e antifascismo due opposte visioni di umanità, oggi come ieri

Mussolini, Hitler e Vittorio Emanuele III.

Cosa c’è dietro le parole fascismo e antifascismo? Nazismo e antinazismo? Solo passato, come dicono tanti? No, ci sono due opposte visioni di umanità che continuano a contrapporsi.

Riproponiamo il nostro intervento pronunciato il 15 agosto 2017 alla commemorazione delle vittime dell’eccidio nazifascista di Malga Zonta (Folgaria, Trento). (VP)

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La grande trilogia di Antonio Scurati su Mussolini e il fascismo e il testo del monologo dello scrittore censurato dalla Rai

Lo scrittore Antonio Scurati.

Lo scrittore Antonio Scurati, autore del grande romanzo storico su Mussolini e il fascismo, è stato censurato dalla Rai del governo Meloni che ha impedito la messa in onda di un suo monologo sul 25 aprile dove, tra l’altro, affermava che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non ha mai ripudiato nel suo insieme l’esperienza fascista. La censura ha suscitato fortissime proteste e reazioni, e non poteva essere altrimenti.

La giornalista della Rai Serena Bortone, che aveva denunciato la censura, ha poi letto spontaneamente in tv il testo del monologo di Scurati, pubblicato anche da molti organi di informazione, siti internet, social.

Pubblichiamo di seguito il testo del monologo di Scurati, il video di Serena Bortone che lo legge, le schede editoriali della grande trilogia dello scrittore su Mussolini e il fascismo. Vale la pena davvero di prendersi il tempo per leggere questo imponente ritratto storico in forma di romanzo, dove di inventato non c’è nulla, del più sciagurato periodo della nostra storia.

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Thérèse Nyirabayovu, la piccola, grande, sconosciuta Schindler del Ruanda

Ruanda, i giorni del genocidio (immagine tratta dal sito internet della Società Missioni Africane; vedi).

Ricordiamo a trent’anni dal genocidio in Ruanda, che costò la vita a 800 mila persone, la storia, pressoché sconosciuta, di Thérèse Nyirabayovu, ostetrica, madre di sei figli, vedova, appartenente all’etnia hutu che salvò, a rischio della propria vita, 31 tutsi. La storia è tratta dal nostro libro “Tracce nella nebbia. Cento storie di Testimoni”. (VP)

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“La speranza…” a Pedersano il 27 marzo con il “Gruppo aiuto compiti” (volontari che insegnano l’italiano agli stranieri)

La speranza che muove il mondo. Umanità migrante si presenta mercoledì 27 marzo 2024 alle 20.30 al Teatro parrocchiale di Pedersano (Tn) con l’autore e il Gruppo aiuto compiti” di Villalagarina, un bel gruppo di volontari che da anni, ogni sabato, dà lezioni gratuite di italiano alle persone immigrate della zona.

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Un Tribunale delle donne per le donne rifugiate

Seduta del Tribunale delle donne (dal sito B-Hop Magazine).

Tra le storie raccontate nel nostro libro La speranza che muove il mondo. Umanità migrante c’è quella del “Tribunale delle donne per i diritti delle donne migranti” nato a Roma su iniziativa della Casa Internazionale delle donne che si è ispirata alla storia esemplare del Tribunale delle donne di Sarajevo.

Proponiamo qui due delle sei testimonianze di donne rifugiate afghane raccontate nel libro: quella di Neelai Barekin, esperta di diritti umani, dove prevalgono gli aspetti positivi dell’accoglienza che ha trovato in Italia, e quella di Mahboba Islami, chirurga, che invece non ha visto riconoscere in Italia i suoi studi e le sue competenze. (Vincenzo Passerini)

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“Basta, per favore! Fermatevi!”. Nuovo, fortissimo, appello di papa Francesco per un immediato cessate il fuoco a Gaza

Pensiero del giorno

Immagine tratta dal sito www.vaticannews.va

Basta, per favore! Fermatevi!

Le parole di papa Francesco dopo l’Angelus di domenica 3 marzo 2024

 

Cari fratelli e sorelle!

Porto quotidianamente nel cuore, con dolore, la sofferenza delle popolazioni in Palestina e in Israele, dovuta alle ostilità in corso. Le migliaia di morti, di feriti, di sfollati, le immani distruzioni causano dolore, e questo con conseguenze tremende sui piccoli e gli indifesi, che vedono compromesso il loro futuro. Mi domando: davvero si pensa di costruire un mondo migliore in questo modo, davvero si pensa di raggiungere la pace? Basta, per favore! Diciamo tutti noi: basta, per favore! Fermatevi!

Incoraggio a continuare i negoziati per un immediato cessate-il-fuoco a Gaza e in tutta la regione, affinché gli ostaggi siano subito liberati e tornino dai loro cari che li aspettano con ansia, e la popolazione civile possa avere accesso sicuro ai dovuti e urgenti aiuti umanitari.

E per favore non dimentichiamo la martoriata Ucraina, dove ogni giorno muoiono tanti. C’è tanto dolore là.

Il 5 marzo ricorre la seconda Giornata internazionale per la consapevolezza sul disarmo e la non proliferazione. Quante risorse vengono sprecate per le spese militari che, a causa della situazione attuale, continuano tristemente ad aumentare! Auspico vivamente che la comunità internazionale comprenda che il disarmo è innanzitutto un dovere, il disamo è un dovere morale. Mettiamo questo in testa. E questo richiede il coraggio da parte di tutti i membri della grande famiglia delle Nazioni di passare dall’equilibrio della paura all’equilibrio della fiducia.

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La speranza ha mosso Giustino (TN), grazie a “Vite Intrecciate”

Presentazione del libro “La speranza che muove il mondo. Umanità migrante” presso Casa Vite Intrecciate, a Giustino, non lontano da Pinzolo in Val Rendena (Trento), oasi di accoglienza e solidarietà legata all’Operazione Mato Grosso. Da sinistra: Maria Cominotti (Associazione Vite Intrecciate), Ilaria Pedrini (Associazione More), Aliou Souare (senegalese), Vincenzo Passerini (autore del libro).

«Una settantina  di persone hanno ascoltato  l’autore che spiegava quanto venga resa difficile, soprattutto  per questioni politiche a livello nazionale, la  questione dell’ immigrazione.

Parlando  solo a livello trentino e nello specifico  nella zona delle Giudicarie e della Val  Rendena, si può  affermare  che, in netta antitesi con la gestione a livello italiano, gli stranieri esuli, richiedenti asilo politico o semplicemente immigrati da paesi in guerra, rappresentano una risorsa per il Territorio.» (Paola Irsonti)

(con i link per conoscere la bellissima esperienza di Vite Intrecciate)

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Ci ha lasciato don Giovanni Nicolini, innamorato della Bibbia e dei poveri, dei carcerati e dei malati

Don Giovanni Nicolini (Mantova, 20 marzo 1940 – Bologna, 26 febbraio 2024)

Don Giovanni Nicolini si è spento il 26 febbraio scorso, prossimo agli 84 anni. Una grande folla gli ha dato l’ultimo saluto nella cattedrale di San Pietro a Bologna. Il cardinale Matteo Zuppi ha presieduto la concelabrazione della messa e ha pronunciato una intensa e commossa omelia. Figlio spirituale di don Giuseppe Dossetti, don Giovanni è stato un prete innamorato della Bibbia e dei poveri, degli ammalati e dei migranti, dei carcerati e di tutti gli esclusi. Lascia una testimonianza indelebile. È stato anche amico della Rosa Bianca, nostro amico.

Pubblichiamo due articoli di Massimo Selleri per “Il Resto del Carlino”, lo storico giornale di Bologna. E diamo, infine, alcuni link per conoscere meglio questa grande figura di uomo  e di prete.

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Navalny, la coscienza e il potere

Aleksej Navalny (4 giugno 1976 – 16 febbraio 2024)

«Era il principale oppositore del regime di Putin e il regime lo ha eliminato. Aleksej Navalny è morto il 16 febbraio scorso a 47 anni nel carcere più duro della Siberia. Ha lasciato una moglie, Yulia, due figli, Daria e Zahar, e i genitori, Lyudmila e Anatoly.

Una domanda se la sono posta in tanti: perché nel gennaio di tre anni fa era ritornato in Russia? Stava al sicuro in Germania, perché era rientrato sapendo che pendeva su di lui un mandato di arresto?» (Vincenzo Passerini)

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Dall’attentato all’accoglienza. La “Roncone story” sarà raccontata a Brentonico l’1 marzo e a Giustino il 3 marzo con “La speranza che muove il mondo”

“Roncone story”. Il laboratorio di saldatura e lavorazione del ferro ha formato, grazie al volontariato degli artigiani, diversi profughi, tutti ora stabilmente occupati nella zona.

Roncone è un paese bello e vivace delle Valli Giudicarie, in Trentino. Le Dolomiti di Brenta si stagliano luminose sopra il verde intenso dei boschi.

Il 24 marzo 2017 degli sconosciuti appiccarono il fuoco al portone della casa di accoglienza di un gruppo di profughi nigeriani da poco arrivati in paese.

L’attentato intimidatorio faceva seguito a durissime polemiche scatenate dalla Lega Nord (Salvini viene in vacanza da queste parti fin da bambino) contro il progetto di accoglienza voluto dal volontariato e sostenuto dalla parrocchia. Ma la parte accogliente della comunità non si piegò.

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A due anni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina ricordiamo con le vittime anche i pacifisti e gli oppositori russi

Pensiero del giorno

Ucraina: Bucha, familiari davanti a una fosse comune con i corpi delle vittime degli eccidi commessi dall’esercito russo.

«L’organizzazione OVID-Info (https://en.ovdinfo.org) ha documentato 19.747 casi (al 30 settembre 2023) di pacifisti incarcerati, tra cui molti giovani e donne, per aver protestato contro l’invasione. Alcuni sono rimasti in prigione pochi giorni, altri vi resteranno anni. Forse 1 milione i russi fuggiti all’estero.

Ma ci sono oppositori che, con enorme coraggio, sono ritornati in Russia, sapendo a cosa andavano incontro, per sfidare apertamente Putin nel proprio Paese. Come Vladimir Kara-Murza, condannato poi a 25 anni di carcere di massima sicurezza in Siberia, e Aleksej Navalnyj, condannato a 19 anni di colonia penale.

Sono loro e le altre coscienze libere che stanno salvando la Russia che amiamo. E che un giorno, speriamo vicino, anche grazie all’appassionata azione di papa Francesco, potrà costruire una pace vera, fondata sulla giustizia, con la sorella massacrata Ucraina.»

Vincenzo Passerini

da “Tanya in fuga dall’inferno di Bucha”,

un paragrafo del libro “La speranza che muove il mondo. Umanità migrante”.

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24 febbraio, memoria di Josef Mayr-Nusser

Josef Mayr-Nusser con la moglie Ildegard e il figlio Albert.

Il 24 febbraio 1945 Josef Mayr-Nusser moriva di stenti su un vagone bestiame nella stazione di Erlangen, in Germania, mentre veniva deportato nel lager di Dachau. Aveva rifiutato il giuramento di fedeltà a Hitler. Lasciò la moglie, Ildegard, e un bambino di poco più di un anno, Albert. Albert Mayr è morto il 28 gennaio scorso a Firenze.

La nostra pagina speciale su Josef Mayr-Nusser (VEDI)

L’articolo in occasione della morte di Albert Mayr (VEDI)

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“Potevamo salvarli, e non li abbiamo salvati”. Un anno fa la strage di Cutro

Pensiero del giorno

Immagine tratta dal sito www.vaticannews.va

«Potevamo salvarli e non li abbiamo salvati. Quei 94 morti, tra i quali 35 minori, e poi forse altri 20 o 30 dispersi nel naufragio di Cutro (i superstiti sono una ottantina) pesano come una vergogna inamovibile sulla coscienza del nostro Paese. In primo luogo, del governo. Un governo che considera i profughi un problema di sicurezza, non un dramma umano. (…)

Segnalato alle 23 di sabato da Frontex a 27 indirizzi mail, il barcone dei profughi è naufragato nella tempesta alle 4 di domenica (26 febbraio 2023). C’erano 5 ore di tempo per soccorrerlo. Ma non è stato soccorso. (…)

Quello che è successo è ingiustificabile. È vergognoso. Disumano. Dobbiamo gridarlo. Perché quei poveri morti lo impongono. Perché altri profughi non muoiano a causa di questa malata e disumana cultura politica della sicurezza che disprezza umanità e solidarietà.»

Vincenzo Passerini

dal libro La speranza che muove il mondo. Umanità migrante

 

Sulla strage di Cutro VEDI in questo blog.

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