In Austria si è insediato un governo, presieduto dal giovane ma ideologicamente vecchissimo Kurz, con ministri che si richiamano all’antisemitismo e alla xenofobia collegati all’ideologia nazista, anche se apparentemente più moderati.
Ma tutto questo sembra non inquieti né i bravi politici né i bravi cittadini di casa nostra. Tutti felici o preoccupati del doppio passaporto promesso dai nuovi governanti ai tedeschi e ai ladini dell’Alto Adige.
Le dichiarazioni dei principali esponenti della Volkspartei sono penosamente eloquenti, dal governatore Kompatscher al segretario politico Achammer. Una capitolazione morale e politica di fronte all’estrema destra post-nazista. Contenti per il doppio passaporto, silenzio sul resto.
Al più si annacqua. Ma sì, sono già stati al governo dal 2000 al 2005, non sono poi così estremisti.
Sabato scorso Nicola Slawson ricordava sull’edizione online del quotidiano britannico «The Guardian» quello che non ricordano i bravi politici e i bravi cittadini di casa nostra: dal 2013 a oggi il Freiheitlichen Partei Österreichs (FPÖ), il Partito liberale austriaco di estrema destra cui appartengono il vice-cancelliere Heinz-Christian Strache e altri ministri, è stato responsabile di almeno sessanta gravi episodi di antisemitismo e razzismo che dimostrano come la svolta moderata dei post-nazisti sia più apparente che reale.
Col solito gioco delle parti: i picchiatori in strada col braccio teso e in lugubre abbigliamento, i loro compagni al potere in abito blu e a stringere mani a dritta e a manca, e a spargere sorrisi invece che violenze.
Una storia vecchia. Ci si presenta con la faccia pulita, ma il cuore resta nero. Pericolosamente nero e violento.
Quel nero con cui l’Austria non ha mai fatto i conti, come se Hitler non fosse nato nell’austriaca Braunau, come se il nazismo fosse stato una questione puramente germanica e non avesse visto gran parte dell’Austria docilmente e a tratti entusiasticamente complice.
Ce l’hanno solo con gli immigrati, pensano i bravi politici e i bravi cittadini di oggi. Mica con noi. Anche ieri, quando i progenitori politici dei nuovi governanti austriaci andarono al potere, i bravi politici e i bravi cittadini dicevano: ce l’hanno solo con gli ebrei, mica con noi.
Una capitolazione morale, prima ancora che politica.
L’abbiamo conosciuta bene anche noi italiani, quando con le leggi razziali del 1938, volute da Mussolini e firmate dal re Vittorio Emanuele III, si perseguitarono gli ebrei, considerandoli esseri umani senza valore e pericolosi, e molti furono avviati senza ritorno ai lager.
Un intero Paese, tranne poche voci, assistette in silenzio e fu complice di quella persecuzione che resta una macchia vergognosa nella nostra storia. E non solo della nostra storia politica, ma della nostra storia di popolo italiano.
Ce l’hanno solo con gli ebrei, dicevano i bravi cittadini italiani. Perché sono sempre le brave persone, i buoni e semplici cittadini che consentono ai peggiori di agire.
Ce l’hanno solo con gli immigrati. Non è forzato il paragone.
Anche ieri gli ebrei erano additati come i colpevoli di tutto. Della grave crisi economica seguita alla crisi finanziaria del ’29, della disoccupazione, dei problemi sociali, delle minacce internazionali.
E il popolo non capì che i veri nemici erano invece gli stessi che additavano gli ebrei come nemici. I veri nemici erano i nazisti, erano i fascisti.
Poi arriverà la catastrofe per tutti e anche quelli che dicevano «ce l’hanno solo con gli ebrei» furono mandati a morire in guerra o morirono sotto le bombe. Dopo aver distrutto l’Europa.
Si capì troppo tardi chi erano i veri nemici. Della Germania, dell’Italia, dell’Austria. Dell’umanità.
Abbiamo già dimenticato?
Ce l’hanno solo con gli immigrati. Eccolo il nuovo nemico. Da odiare, da insultare, da picchiare.
Il nuovo nemico che non ha valore.
Come se i migranti non fossero esseri umani come noi, non avessero un nome e un cognome, una storia, degli affetti, dei sogni.
Come se non avessero perfino una storia dolorosa alle spalle, una storia di povertà e di guerra, di persecuzione e di violenza subite.
Come se noi non fossimo stati e non continuassimo a essere migranti.
Gli estremisti di destra che si sono insediati nel nuovo governo austriaco tolgono comunque ogni dubbio sull’accostamento tra antisemitismo nazista di ieri e odio per i migranti di oggi.
Loro sono coerentemente antisemiti e xenofobi. In doppio petto, stringendo mani e col sorriso rassicurante.
Ma che rassicura solo gli ignavi e i complici.
Pubblicato sul quotidiano «l’Adige» il 21 dicembre 2017