Jo Cox, deputata laburista di 41 anni, con due figli di tre e cinque anni, fu assassinata il 16 giugno del 2016 nei pressi della città di Leeds, in Inghilterra, al culmine di una campagna di odio scatenata nei suoi confronti da parte di nazionalisti dell’estrema destra.
Lei era contraria alla Brexit e impegnata sul fronte dell’accoglienza dei migranti (italiani compresi, 700 mila in Inghilterra). Questi sono i risultati delle campagne di odio xenofobo e razzista.
Il suo assassino, Thomas Mair, affiliato a movimenti neonazisti e razzisti americani, le sparò e poi la accoltellò al grido di “prima la Gran Bretagna!” . È stato riconosciuto colpevole di omicidio premeditato e condannato all’ergastolo nel 2016.
Pawel Adamowicz , 53 anni, due figli, dal 1998 popolarissimo sindaco liberaldemocratico di Danzica, la città polacca dei cantieri navali, culla di Solidarnosc, è stato assassinato il 14 gennaio di quest’anno da uno squilibrato simpatizzante dell’estrema destra nazionalista, Stefan Wilmont, di 27 anni.
L’omicidio è stato il risultato di una feroce campagna di odio scatenata nei confronti di Adamowi cz dalla destra razzista, anti-stranieri, antisemita e anti Islam che in Polonia è al potere.
Il sindaco non si era lasciato intimorire, aveva continuato nella sua politica di accoglienza di tutte le minoranze, diametralmente opposta a quella del governo, ma aveva avvertito:
La violenza fisica è di solito preceduta da quella verbale. Se il linguaggio delle élite viola i limiti si genera più violenza.
Così è accaduto, purtroppo, ancora una volta.
Questi sono i risultati delle campagne di odio xenofobo e razzista che spesso partono dai vertici della politica.
Walter Lübcke , 65 anni, un figlio, esponente politico dell’Unione Cristiano Democratica, presidente del comprensorio di Kassel, città nel cuore della Germania, è stato assassinato nella notte tra il 2 e il 3 giugno scorso sul terrazzo di casa da un estremista di destra, Stephan Ernst, di 45 anni.
L’assassinio è avvenuto dopo quattro anni di feroce campagna di odio scatenata contro il politico democratico cristiano dalla destra xenofoba e razzista. Insulti e minacce di morte (“Non avrai vita lunga”) in Internet erano andati crescendo contro Lübcke per la sua politica di accoglienza dei migranti.
L’assassino ha confessato di aver ucciso Lübcke proprio per questa sua politica. Questi sono i risultati delle campagne di odio xenofobo e razzista.
Nel febbraio di quest’anno, tre mesi prima dell’omicidio, esponenti di primo piano dell’ Afd (Alternative für Deutschland), partito di estrema destra, antieuropeo, razzista, vicino ai neonazisti, furono molto attivi su Facebook nella violentissima campagna di odio contro Lübcke.
Uno dei due capi di questo partito, Jörg Meuthen, era accanto a Matteo Salvini sul palco in piazza a Milano il 18 maggio scorso nel comizio di chiusura della campagna elettorale per le europee.
L’ex ministro Salvini può sventolare e baciare tutti i rosari che vuole, può trovare il sostegno di tutti i cardinali Ruini che vuole, ma quelli sono gli amici politici che lui ha esibito sul palco di Milano. Compagni di strada da guardare con orrore, per quello che dicono e per quello che fanno. Orrore umano e cristiano.
A questo punto perché sorprendersi per l’ astensione in Senato della destra (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia) sulla mozione proposta da Liliana Segre , sopravvissuta ad Auschwitz, che prevedeva l’istituzione (poi approvata) di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza e razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza?
Perché sorprendersi quando la destra ci guazza e si ingrassa in queste campagne di odio? Vogliamo o no guardare in faccia la realtà?
Tollerare le campagne di odio non significa difendere la libertà di pensiero, come certi sedicenti “liberali” dicono.
Significa allevare potenziali assassini, come gli omicidi di Jo Cox, Pawel Adamowicz e Walter Lübcke dimostrano.
Pubblicato sul quotidiano “Trentino” il 7 novembre 2019.