Langer, un vero sognatore

 

Il grande lascito etico e politico di Alexander Langer non sta solo nelle sue idee e nelle sue battaglie, spesso anticonformiste e profetiche.

Ma anche nella sua capacità di rivederle alla luce della realtà.

Il vero sognatore si fa interrogare dalla realtà. Langer fu un vero sognatore, innamorato della realtà dell’umanità concreta, che soffre, spera, sbaglia, riprova.

 

Nella sua bella biografia, pubblicata dal Margine nel 2016, il sudtirolese Florian Kronbichler, giornalista e politico, scrive che se Langer in vita era discusso “nel frattempo è stato riconosciuto al di là di ogni appartenenza generazionale, nazionale, partitica”.

 

Se c’è una coerenza in lui è l’amore per l’umanità. Amore cristiano, esigente, fatto di gioia e di pesi da portare:

Vorremmo esistere per tutti ed entrare in contatto con tutti…Ma che cosa ci spinge a farlo? L’amore per il prossimo. Dobbiamo prendere sul serio la tanto declamata carità cristiana, senza mezze misure,

scrisse quindicenne su un giornalino. Da altre, sì, ma da questa scelta non si discostò mai.

Alex nasce il 22 febbraio 1946 a Sterzing-Vipiteno, in Sudtirolo, primogenito di tre figli. La madre, Elisabeth Kofler, è farmacista, il padre Artur, di origini viennesi ed ebree, è medico ospedaliero.

 

Gli odi etnici tra italiani e tedschi che dominano l’Alto Adige sono estranei alla famiglia.

Alex frequenta medie e liceo dai Francescani a Bolzano. Promuove le prime iniziative interetniche. La profetica battaglia per la convivenza tra diversi lo vedrà impegnato per tutta la vita, anche a livello internazionale.

Frequenta giurisprudenza a Firenze, partecipa ai movimenti, incontra don Milani e La Pira.

Si laurea nel ’68, insegna nelle superiori a Bolzano. Si laurea in sociologia a Trento. Diventa comunista, non del partito, ma in Lotta Continua per il cui giornale scrive da Francoforte. Lascia la Chiesa, non il cristianesimo.

 

Alex Langer alla scuola estiva della Rosa Bianca e del Margine del 1994 (alla sua sinistra Paolo Giuntella e Nando Dalla Chiesa). Aveva partecipato anche all’edizione 1987 parlando di “Un catalogo di virtù verdi” in una tavola rotonda con Mino Martinazzoli e Diego Novelli sul tema “Il colore dell’etica. Il bianco, il rosso, il verde”. Questo importante intervento è pubblicato su Il Margine, n.3-4, 1988.

 

Dà vita a nuove esperienze politiche interetniche. Nel ’78 fonda la Neue Linke-Nuova sinistra, è eletto nel Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige.

Lancia la dirompente campagna contro l’obbligo di dichiarazione di appartenenza etnica. Fonda la Lista alternativa per un altro Sudtirolo.

Si sposa a Firenze nell’84 con Valeria Malcontenti.

Fonda i Verdi italiani, è per loro parlamentare europeo.

 

 

“La nostra civiltà ha bisogno di ‘disarmare’ e di ‘digiunare’, altrimenti rompe ogni equilibrio ed impedisce ogni possibile giustizia e sviluppo durevole”. Da “Più lenti, più dolci, più profondi”, Fondazione A. Langer, Bolzano, 1998.

 

Conversione ecologica, nuovi stili di vita, sobrietà, responsabilità verso le nuove generazioni (“più lento, più profondo, più dolce” il suo motto), nuovi rapporti Nord-Sud, pace e diritti umani sono i suoi grandi temi.

Spirito libero, è contrario all’aborto e alla fecondazione artificiale e, sconvolto dai massacri nella ex Jugoslavia, chiede l’intervento militare internazionale.

Il 3 luglio 1995, lasciando tutti sgomenti, si toglie la vita a Firenze.

I pesi mi sono divenuti davvero insostenibili, non ce la faccio più. Continuate in ciò che era giusto

lascia scritto.

 

Pubblicato sul quotidiano “Trentino” il 12 maggio 2020

 

L’intervento di Alexander Langer, UN CATALOGO DI VIRTU’ VERDI, alla tavola rotonda con Mino Martinazzoli e Diego Novelli “Il colore dell’etica. Il bianco, il rosso, il verde” alla scuola estiva della Rosa Bianca del 1987 pubblicato su Il Margine, n. 3-4, 1988: