L’appello all’unità di fronte alla pandemia lanciato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella va non solo ascoltato ma tradotto in pratica. Il Presidente, parlando due giorni fa all’assemblea dell’Associazione dei Comuni italiani, ha usato toni all’altezza della drammaticità della situazione.
Lo stesso giorno in Italia morivano 731 persone a causa del virus, mentre negli Stati Uniti il giorno prima ne erano morte 796. E gli Stati Uniti hanno una popolazione cinque volte maggiore di quella italiana e soltanto alcune settimane fa erano in una situazione di gran lunga peggiore della nostra.
Siamo di fronte ancora una volta a una strage.
Strage che c’è anche in Trentino anche se formalmente non è zona rossa.
Ma i nomi non possono cambiare la sostanza delle cose. Come ha titolato ieri in prima pagina questo giornale, “Più contagi a Bolzano, ma a Trento più decessi”.
Ma non è che si registrano meno contagi in Trentino perché non si contano quelli che effettivamente ci sono?
I dubbi sono forti, molto forti e più voci autorevoli li stanno sollevando con insistenza. I dubbi sono forti perché non c’è trasparenza sui dati forniti dalla Provincia. E questo è intollerabile. Solo la massima trasparenza può fugare i dubbi.
L’unità di fronte al Covid alla quale giustamente ci richiama il presidente della Repubblica presuppone che ci sia lealtà, a partire da chi prende le decisioni alle quali gli altri sono sottoposti.
Non si può chiedere rispetto delle regole e responsabilità da parte di tutti se la prima regola – la trasparenza sulla situazione reale – non è rispettata da chi è in alto.
Ieri è stato rivolto alla Provincia e diffuso un forte appello alla trasparenza e al potenziamento dell’assistenza territoriale da parte di un gruppo di persone che hanno, o hanno avuto, ruoli di primo piano nella nostra comunità, in ambito sanitario, sociale, economico, culturale, istituzionale.
Persone unite nella lotta contro il virus – “che ha già causato un numero spaventoso di vittime nel nostro territorio” – al di là delle diverse appartenenze. Come chiede il presidente della Repubblica.
Nell’appello, che tutti possono sottoscrivere (inviando una mail a sos.covid.trentino@gmail.com), si afferma che per contrastare in modo responsabile l’epidemia occorre “gestire tutte le informazioni relative al contagio nella massima trasparenza possibile.”
E si aggiunge: “Ogni informazione disponibile sulla evoluzione locale della pandemia è preziosa per la comunità scientifica che solo sulla base di dati aperti, trasparenti e univoci può supportare lo sforzo straordinario delle autorità sanitarie per contenere il contagio.”
E poi:
“Questi dati servono anche all’opinione pubblica che ha il diritto di conoscere qual è la reale situazione sul nostro territorio per rendersi davvero conto della gravità del momento e dunque comprendere il senso pieno dei sacrifici che ciascuno di noi è chiamato a fare nell’obiettivo di arrestare la diffusione del virus.”
E dopo un richiamo alla necessità di ampliare i servizi territoriali, i firmatari si rivolgono alla Provincia“perché superi ogni ritrosia e nell’interesse di tutti renda note tutte le informazioni a sua disposizione sul monitoraggio dei soggetti positivi.”
La trasparenza garantisce lealtà di rapporti, e sulla lealtà si può e si deve costruire l’unità contro il Covid per fermare la strage .
Pubblicato sul quotidiano “Trentino” giovedì 19 novembre 2020.