Presidente Sassoli: salviamo i bambini dell’isola di Lesbo.

Presidente Sassoli, salviamo dalla disperazione i bambini prigionieri sull’isola di Lesbo. Quarantanove di loro hanno manifestato idee suicide lo scorso anno. L’ha denunciato Medici Senza Frontiere. Un crimine contro l’umanità accade sotto i nostri occhi. Non possiamo far finta di nulla.

Presidente Sassoli, mobiliti i rappresentanti dei 27 Stati che siedono nel Parlamento europeo che Lei presiede perché tolgano da quella disumana prigionia i bambini e le loro famiglie, profughi da anni sull’isola greca, e vengano accolti nel continente. E diano loro nuovamente fiducia nella vita.

Sono siriani, afghani, iracheni, africani costretti a fuggire dalla guerra, dal terrorismo, dalla violenza di Stato, dalla povertà, da persecuzioni religiose o politiche. Glielo dobbiamo, in nome di quei valori, umani, culturali, laici, cristiani sui quali l’Europa e i singoli Paesi dell’Unione dicono di fondarsi.

Come è possibile che l’Europa assista indifferente a una simile tragedia? Alcuni Paesi, in particolare la Germania, si sono dati da fare in questi mesi e hanno accolto più di un migliaio di questi profughi, minori con le loro famiglie, togliendoli da quella disumana prigione a cielo aperto.

Ma restano ancora 2500 bambini su un totale di 7200 profughi che ancora vivono in tende in pieno inverno sull’isola.

Senza acqua corrente, con pochissimi servizi igienici, al freddo, in una doppia prigionia: per il lockdown a causa del Coronavirus e perché sono profughi, persone a cui è impedito di lasciare non solo l’isola, ma il campo di Kara Tepe dove sono alloggiati, dopo che all’inizio di settembre dello scorso anno un incendio aveva distrutto il vecchio campo di Moria.

Noi tutti conosciamo le conseguenze psicologiche del lockdown patite dai bambini e dai giovani nei nostri Paesi in condizioni, diciamo, normali. I bambini e i ragazzi profughi sull’isola di Lesbo vivono una doppia, terribile prigionia.

Thanasis Chirivatidis, psicologo infantile di Medici Senza Frontiere a Lesbo, nel drammatico documento di denuncia diffuso dall’ong il 18 dicembre scorso, ha dichiarato:

Continuiamo a vedere disperazione, sintomi depressivi e alcuni casi estremi di psicosi reattiva, autolesionismo e idee suicidarie. Tra i casi più gravi, vediamo bambini che si isolano o esprimono il desiderio di porre fine alla propria vita. Vogliono stare dentro la tenda tutto il tempo, non vogliono socializzare e desiderano morire per fermare la loro sofferenza e non sentirsi più così.

Poco più di un mese fa, il 3 dicembre, l’Unione Europea ha sottoscritto con la Grecia un accordo per realizzare sull’isola di Lesbo, entro settembre 2021, un nuovo campo profughi in sostituzione dell’attuale.

Presidente Sassoli, come diverse organizzazioni umanitarie hanno subito dichiarato, il problema è liberare dalla disperazione i profughi prigionieri, non costruire una nuova prigione.

Presidente Sassoli, l’Unione Europea conta 446 milioni di abitanti. È davvero impossibile togliere quei 7200 profughi dalla disumana prigionia di Lesbo?

Non possiamo  credere che sia impossibile. Non è un sacrificio immane, per quanto la pandemia abbia messo tutti in difficoltà.

È un’ azione umanitaria realizzabile. Ed è un dovere. Un dovere drammaticamente urgente. Ce lo impone il grido disperato e muto di quei bambini.

 

Pubblicato sul quotidiano “Trentino” giovedì 14 gennaio 2021.