Solo i disinformati si sorpendono di quanto sta accadendo in Afghanistan, della vittoria dei talebani e del fallimento della guerra. Un fallimento da anni sotto gli occhi di tutti e di cui gli americani da tempo hanno preso atto aprendo le trattavive con i talebani e lasciando il paese.
E tutti quelli, specialmente a destra, che oggi sono così sensibili ai diritti umani degli afghani, delle donne, dei bambini, dei giovani, li abbiamo visti in questi anni respingere i profughi afghani, lasciarli in strada, buttarli in strada con i decreti sicurezza, trattarli come cose e non come esseri umani.
Nemmeno le amministrazioni di centrosinistra si sono comportate sempre bene nei loro confronti. Prima il consenso, poi i profughi, poi gli afghani.
Continuiamo l’impegno contro le guerre, per i diritti umani e l’accoglienza delle persone che ne hanno bisogno. Il resto è squallido e fallimentare cinismo politico.
Ecco alcuni articoli che abbiamo pubblicato nel corso degli anni e che già sono su itlodeo.info
Afghanistan, le bugie rivelate
“Trentino”, 2 gennaio 2020
I pacifisti avevano ragione, i guerrafondai torto. I veri realisti erano quelli che si opponevano alla guerra, dicendo che avrebbe aggravato i problemi. Gli illusi, i “sognatori”, erano quelli che la volevano, dicendo che i problemi li avrebbe risolti. Il disastro umano e politico della guerra degli Stati Uniti e dell’Occidente all’Afghanistan è sotto gli occhi di tutti.
Uno spaventoso fallimento.
Col suo strascico impressionante di morti, feriti, profughi e poi di nuove guerre, nuovi morti, nuovi feriti, nuovi profughi, a milioni, nei Paesi limitrofi del Vicino Oriente.
Afghanistan, le bugie rivelate
Contro la guerra
“L’Adige”, 25 settembre 2001
pubblicato su itlodeo.info il 31 dicembre 2020
Questa raccolta di citazioni, curata da Vincenzo Passerini, all’epoca presidente del Forum trentino per la pace, è stata pubblicata sul quotidiano “l’Adige” di Trento il 25 settembre 2001 nei giorni che precedettero l’inizio della guerra all’Afghanistan voluta dagli Stati Uniti come risposta all’attentato dell’11 settembre alle torri gemelle di New York.
La guerra iniziò il 7 ottobre.
Oggi possiamo leggere “La guerra di sempre nelle parole di ieri e di oggi” anche alla luce del fallimento della guerra all’Afghanistan, non ancora finita dopo vent’anni, e dello strascico impressionante di morti, feriti, distruzioni e profughi che ha lasciato, e continua a lasciare, dietro di sé.
Avevano ragione i pacifisti. Erano loro i veri realisti, e i guerrafondai erano i veri illusi.
Fallimento del cinismo politico
“L’Adige”, 29 luglio 2016
Il cinico non è adatto a questo mestiere. Ryszard Kapuscinski, uno dei più grandi reporter di sempre, pensava così del suo mestiere. Non puoi raccontare bene il mondo se non hai simpatia per gli esseri umani, se non provi compassione per la povertà e la sofferenza. Se disprezzi gli ideali e i valori più nobili. Cambia mestiere, perché non sei in grado di capire la realtà nella sua verità. E quindi non puoi farla comprendere agli altri.
Possiamo dire lo stesso della politica.
Il cinico non è adatto al mestiere di politico. Anche se molti pensano il contrario. Anche se è di moda prendersela col cosiddetto «buonismo», parola idiota inventata dal cinismo dilagante, anche tra i bravi benpensanti, e spacciato per realismo.
Il cinico non può governare bene un mondo che non comprende nella sua verità.
Il fallimento del cinismo politico è sotto i nostri occhi.
Il terrorismo è cresciuto sul cinismo della politica occidentale
La sequenza impressionante di vittime per mano dei terroristi islamisti, mentre ci muove al dolore per gli uccisi, alla condanna più ferma degli assassini e alla necessità per tutti di rifiutare, isolare e contrastare, senza concessione alcuna, ogni forma di violenza (le comunità islamiche insistano su questo, è indispensabile farlo entrare nella testa dei giovani), ci richiama al dovere di ricordare che siamo di fronte al fallimento totale del cinismo politico che ha guidato negli ultimi decenni la politica occidentale nel Medio Oriente, e che ha prodotto l’impressionante sfascio di quell’area.
È su questo sfascio che è cresciuto il terrorismo che da anni, sotto varie sigle, sta insanguinando il mondo.
Da quell’area così disastrata provengono anche tre quarti dei profughi che bussano alle porte dell’Europa.
Afghanistan, Iraq, Siria: la geografia del cinismo politico, del terrorismo islamista e dei milioni di poveri profughi privati di tutto, anche della nostra pietà, è in gran parte questa.
Sono Paesi di grande importanza strategica ed energetica, altrimenti tanto interesse non ci sarebbe stato.
Pagano i poveri diavoli il conto dei cinici.
Afghanistan
I mujaheddin, fondamentalisti islamici che negli anni Ottanta, finanziati e sostenuti dall’Occidente, combattevano i russi che occupavano l’Afghanistan furono tra i primi gruppi di terroristi islamici.
Il loro estremismo religioso e politico piaceva molto agli occidentali, perché era una formidabile forza anti sovietica. Tutto andava bene pur di battere i comunisti.
Su questo cinismo sono cresciuti i fondamentalisti verso cui mostriamo oggi tanto disgusto e orrore.
Poi la storia è andata avanti, i mujaheddin ci sono sfuggiti di mano, il terrorismo è dilagato, con i talebani e Al Qaeda, e si è rivoltato contro l’Occidente che tanto l’aveva curato.
La guerra in Afghanistan del 2001, a seguito dell’orrendo attentato alle torri gemelle di New York, segna l’apice del fallimento del cinismo occidentale in quel Paese. Una guerra che non è mai finita, e alla quale si oppose in solitudine papa Giovanni Paolo II, che si rifiutò sempre, come fa oggi papa Francesco con la «terza guerra mondiale» in corso, di considerarla una guerra di religione o uno scontro di civiltà.
Nei primi sei mesi di quest’anno, secondo le Nazioni Unite, ci sono stati in Afghanistan, accanto ai tanti militari morti, 1.601 morti tra i civili e 3.565 feriti, per scontri o attentati terroristici.
I bambini morti sono 388, quelli feriti e mutilati 1.121. Una strage che ignoriamo e non ci commuove.
Il terrorismo fa molte più vittime nei Paesi da cui fuggono i profughi, mai dimenticarlo.
Per trentatré anni l’Afghanistan è stato in cima alla triste lista dei Paesi da cui sono stati costretti a fuggire i profughi, 2,7 milioni di profughi secondo il recente Rapporto Unhcr. Primo, infausto posto preso in questi ultimi anni dalla Siria.
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La protesta degli afghani
“L’Adige”, 31 luglio 2016
La situazione del gruppo di profughi che ieri sono tornati a protestare a Bolzano è indegna di un Paese civile come l’Italia e di una terra civile e accogliente come il Sudtirolo.
Dura da mesi, questa situazione, e le soluzioni finora trovate sono del tutto parziali e non corrispondono a quella dignità di trattamento che si deve dare a ogni essere umano, specialmente a chi è stato costretto dalla guerra e dalla povertà a lasciare il proprio Paese.
Inutile piangere i morti delle guerre e fare tante chiacchiere sulla pace se si trattano male le vittime viventi di quelle guerre.