Liberali ipocriti e senza coraggio. Da Galli della Loggia, Panebianco e Mieli nessuna parola su Berlusconi amico di Putin

Putin e Berlusconi amici da sempre. Perché non lo ricordano in questi giorni gli editorialisti liberali?

Il 7 ottobre 2011, compleanno di Putin e (quinto) anniversario dell’assassinio di Anna Politkovskaja, coraggiosa giornalista che non taceva le verità scomode per il regime (il legame tra i due eventi è stato da sempre sottolineato), Silvio Berlusconi correva a Mosca a festeggiare l’amico ex colonnello del Kgb.

Uno dei tanti amichevoli incontri tra i due.

Un’amicizia ignorata in questi giorni dai “grandi” editorialisti liberali del “Corriere”. Davvero coraggiosi.

Liberali ipocriti e senza coraggio

Da Galli della Loggia, Panebianco e Mieli nessuna parola sul liberale Berlusconi amico personale e politico di Putin

 

Sabato 26 febbraio 2022, editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul “Corriere della sera”: “La libertà fa paura“. Titolo da antologia. Preso di mira il “despota moscovita”. Benissimo. Putin “deve dimostrare alla sua opinione pubblica che l’unico destino possibile per la Russia è quello che lui incarna. Che dopo il comunismo la storia della Russia non prevede che possa esserci libertà“. Benissimo. Ma, scusi, Galli della Loggia, neanche una parola su Berlusconi, leader da trent’anni del centrodestra italiano, più volte capo del governo e amico personale e politico di Putin? Berlusconi che guida lo schieramento “liberale” italiano ed è tra i leader di quello europeo? Berlusconi leader del Polo delle libertà? È un dettaglio? O non è piuttosto una gigantesca macchia che la dice lunga sulla qualità democratica e “liberale” e sulla credibilità di Silvio Berlusconi che ancora guida il centrodestra che ha la metà del consenso degli italiani? A questi italiani Galli della Loggia non ha nulla da dire? Al loro leader nemmeno? Se tale amicizia fosse stata del leader del centrosinistra avrebbe taciuto Galli della Loggia, storico fustigatore della sinistra? A chi “fa paura la libertà” se non ai liberali italiani di cui Galli della Loggia è uno dei più ascoltati portavoce? Zero in coraggio.

 

Domenica 27 febbraio 2022, editoriale di Angelo Panebianco sul “Corriere della sera”: “La libertà e la forza”. Altro titolo da antologia. Così scrive il secondo nume tutelare del liberalismo italiano: “Adesso, col nemico alle porte, nelle democrazie europee ci si dovrà contare (anche dentro i partiti) sulla base della distinzione tra i nemici e gli amici di Putin“. Benissimo. Berlusconi che da tre decenni guida il centrodestra italiano e ha guidato più volte il governo e che è amico personale e politico di Putin da sempre si meriterà o no una citazione? Nulla. Critiche a tutti, lezioni a tutti, ma da Panebianco nessuna critica a uno dei più potenti uomini politici e imprenditori italiani, capofila dello schieramento liberale di cui Panebianco è uno storico portavoce. E che così conclude l’ipocrita editoriale: “Poiché non basta la garanzia americana, gli europei dovranno decidere: darsi, tutti insieme, la forza politica che serve per difendere le proprie libertà (e le proprie vite) o invece, ciascuno per suo conto, fare accordi con il despota sperando nella sua benevolenza”. Ma a chi parla il liberale Panebianco? Non ha nulla da dire al capo del suo schieramento politico? Zero in coraggio.

 

Lunedì 28 febbraio 2022, editoriale di Paolo Mieli sul “Corriere della sera”: “La Nato (e noi)”. Scrive Mieli: “La storia alle nostre spalle racconta cose diverse da quelle che si dicono e si scrivono in questi giorni”. Benissimo. Molta storia. Molta critica dell’antiamericanismo ancora in auge, molti apprezzamenti per Enrico Letta. Soprattutto molte critiche ai “florussi d’Italia” che il liberale Mieli vede solo a sinistra. Ma sul filo-Putin, che è molto peggio di filo-russo, Berlusconi neanche una parola. E questo non è un pezzo della nostra storia? E perché lo ignora Mieli? Per non dire della storia dell’altro filo-Putin, Salvini, che pure è uno degli uomini più potenti d’Italia, che pure è uno dei maggiori leader del centrodestra e che è stato anche ministro dell’Interno. Nessuna parola neanche su Salvini da parte dei tre grandi editorialisti “liberali”. Tutto il male filo-Putin sta a sinistra per loro. Anche se i maggiori filo-Putin sono i due più potenti leader politici della destra. Con questi editorialisti liberali non c’è da sperare in una evoluzione davvero liberale del centrodestra italiano. Continuerà ad essere guidato da questi personaggi impresentabili. Grandi amici del despota Putin. Ma che non si possono nominare negli editoriali del “Corriere della sera” che fustigano gli amici di Putin. Zero in coraggio anche a Mieli.

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Per ricordare vedi “L’Espresso”:

“Quando Vladimir Putin era “un dono del signore”: dieci anni di dichiarazioni d’amore dei nostri politici.  – Matteo Salvini certamente ma anche Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Beppe Grillo e tanti altri. Ora fanno tutti un passo indietro ma gli elogi nei confronti dell’autocrate russo si sono sprecati. Li abbiamo raccolti tutti”. Leggi L’Espresso QUI.