“La mia Gazeta non tacerà mai” dice Elena Milashina, la giornalista più famosa, e minacciata, della Novaja Gazeta

Elena Milashina (immagine tratta da mediafreedom.in)

«Ho tre grandi progetti in corso che comunque terminerò, non importa se non potrò pubblicarli. Il motivo è semplice: nessuno tranne me lo farà, e i temi della Russia e della sua storia sono importanti. Anche se ora solo una cosa è più importante: in questo momento in Ucraina, per colpa nostra, la gente muore a causa delle nostre armi

«Senza il controllo di Putin sui media, non ci sarebbe mai stata la guerra. E la Russia la guerra la perderà, diventando più piccola, più gentile e meno militarista.»

Elena Milashina

 

Elena Milashina, la più famosa giornalista della “Novaja Gazeta”, l’ultima grande voce libera in Russia costretta dal regime di Putin a chiudere, ha diffuso questo post su Facebook (pubblicato da “La Stampa”) e rilasciato un’intervista a fanpage.t (di seguito). Elena Milashina ha subito attacchi e minacce di morte. Per il suo coraggio e l’eccezionale qualità del suo giornalismo ha ricevuto molti premi internazionali.

 

“La mia Gazeta non tacerà mai”

di Elena Milashina, post su Facebook ripreso da “La Stampa”, 30 marzo 2022

 

Cari tutti, farò un breve commento a tutte le richieste in arrivo.

1) Non sono autorizzata a spiegare la situazione relativa alla sospensione temporanea (o a vita) di Novaya Gazeta.

2) La situazione, con gli avvertimenti a seguito della perdita della licenza, mi ha colto mentre preparavo del materiale sulla perdita di soldati ceceni/guardie/volontari nella guerra russo-ucraina. Siccome è impossibile informare i lettori dal sito di Novaya Gazeta, lo farò su Facebook se possibile. Non ho altri canali, e non ho intenzione di aprirne di nuovi.

3) Ho tre grandi progetti in corso che comunque terminerò, non importa se non potrò pubblicarli. Il motivo è semplice: nessuno tranne me lo farà, e i temi della Russia e della sua storia sono importanti. Anche se ora solo una cosa è più importante: in questo momento in Ucraina, per colpa nostra, la gente muore a causa delle nostre armi.

4) Cosa venga dopo – per il mio giornalismo, il mio giornale e il mio Paese – lo capiremo insieme. Ci vorrà del tempo e ci peserà molto, ma spero comunque che avremo un futuro. Grazie per averci letto, sostenuto e amato. E grazie anche a chi ci ha odiato, perché ci leggeva. Siate forti. E pace.—

* Giornalista di Novaya Gazeta, post tratto dal suo profilo Facebook

 

Chiuderci è un autogol e Putin perderà la guerra: parla Elena Milashina, giornalista di Novaja Gazeta

Intervista a cura della Redazione di fanpage.it, 29 marzo 2022

“Senza il controllo di Putin sui media, non ci sarebbe mai stata la guerra. E la Russia la guerra la perderà, diventando più piccola, più gentile e meno militarista”.

Elena Milashina è la giornalista più famosa della Novaya Gazeta, l’ultimo grande quotidiano d’opposizione russo, costretto a sospendere le pubblicazioni per evitare il definitivo ritiro della licenza. “Quello delle autorità è un autogol: senza di noi il Cremlino si pone sempre più al di fuori dalla realtà”, spiega a Fanpage.it.

Per la testata diretta dal premio Nobel per la pace Dmitri Muratov, Milashina si occupa in particolare della Cecenia, la repubblica della Federazione Russa su cui impera il dittatore Ramzan Kadirov, fedelissimo di Putin e tra i campioni mondiali degli abusi dei diritti umani, secondo organizzazioni come Human Rights Watch. Alcuni di questi abusi li ha scoperti e raccontati proprio Milashina.

Se ne occupa da 16 anni, di Cecenia. Ovvero da quando la sua compagna di scrivania Anna Politkovskaya fu ammazzata perché si occupava troppo di Cecenia.

Ci risponde al telefono da un Paese esterno alla Russia: ha lasciato Mosca all’inizio del febbraio scorso seguendo un protocollo di sicurezza elaborato dallo stesso Muratov.

Pochi giorni prima Kadirov in persona l’aveva definita su Telegram una “terrorista”, aggiungendo che le autorità cecene i terroristi “li distruggono”. E non era la prima minaccia. Mica facile fare giornalismo d’inchiesta nel regno di Vladimir Putin. Che certo non ti dà la scorta.

Milashina non può rilasciare commenti sulla sospensione “temporanea o permanente” – così la definisce – della Novaya Gazeta. In questi giorni stava lavorando ad articoli sulle perdite subìte in battaglia dai reparti ceceni del ministero della Difesa, della Guardia nazionale e volontari.

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