La migrazione è uno dei grandi temi del nostro tempo e va affrontato con serietà, rispetto dei diritti umani, concretezza. L’Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) è una delle più competenti e incisive organizzazioni italiane che si occupano di migrazione. Questo il suo appello in vista delle elezioni:
Appello alle forze politiche che si candidano alle elezioni parlamentari del 25 settembre 2022
«L’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) chiede alle forze politiche che si candidano alle elezioni del 25 settembre 2022 di impegnarsi a riformare la normativa in materia di diritto dell’immigrazione, dell’asilo e della cittadinanza, quantomeno sui seguenti 11 punti, in attesa di una doverosa, auspicabile ed integrale riforma della materia.
1. Non rinnovare l’accordo Italia Libia del 2017 che scadrà a novembre 2022
Questo accordo ha reso l’Italia complice nella commissione di gravissimi crimini contro l’umanità e della tortura e della morte di centinaia di migliaia di esseri umani che sono stati arrestati dalle autorità libiche grazie agli aiuti e ai finanziamenti offerti dall’Italia in forza di detto accordo.
2. Introdurre effettivi canali di ingresso in Italia
a) Abbandonare l’anacronistico sistema dei “decreti flussi” (che nascondono l’ipocrisia per cui la persona
straniera che trova lavoro in Italia deve far finta di non essere presente, attendere che il Governo emani il decreto, se lo emana, poi sperare di rientrare in una quota, e dunque uscire dall’Italia solo per andare a
prendere il visto), ritenuto del tutto inadeguato anche dai datori di lavoro.
b) Ripristinare il visto di ingresso per ricerca di lavoro, di durata annuale, con possibilità al termine di trasformazione in permesso per lavoro o, in mancanza di lavoro, prevedere la possibilità di rientrare volontariamente nel paese di origine tramite un programma di supporto.
3. Riformare l’amministrazione pubblica che si occupa di persone straniere
a) Semplificare le procedure per il rilascio ed il rinnovo dei permessi di soggiorno, allungandone la durata e
uniformare su tutto il territorio nazionale la documentazione necessaria.
b) Introdurre procedure di regolarizzazione permanente che consentano il rilascio del permesso di soggiorno per
chi trova lavoro, come avviene in altri Paesi dell’Unione europea.
c) Trasferire le competenze in materia di permesso di soggiorno agli Enti locali, come richiesto anche dai sindacati maggiormente rappresentativi delle Forze di polizia.
4. Garantire il rispetto del principio di non discriminazione e parità di trattamento
a) Garantire il rispetto del principio di uguaglianza e non discriminazione nell’accesso alle prestazioni sociali e
agli alloggi pubblici da parte delle persone straniere, eliminando barriere determinate dal titolo di soggiorno o
dalla durata della pregressa residenza, in particolare per il reddito di cittadinanza.
b) Eliminare le restrizioni per l’accesso delle persone straniere al pubblico impiego e semplificare il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti all’estero per consentire l’effettivo utilizzo delle loro competenze.
c) Intervenire nei settori ad alta concentrazione di lavoratori stranieri (appalti, logistica, agricoltura, servizi
alla persona ecc.) per garantire condizioni di lavoro eque ed evitare la creazione di sacche di sfruttamento.
d) Istituire un’Agenzia nazionale antidiscriminazione autonoma e indipendente, con effettivi poteri di indagine
e sanzionatori.
5. Garantire processi equi e unitari a tutte le persone straniere
a) Attribuire esclusivamente al giudice ordinario la competenza per tutti i procedimenti relativi alla condizione giuridica delle persone straniere.
b) Ripristinare il doppio grado di giudizio di merito in materia di protezione internazionale e protezione speciale, così contribuendo ad alleggerire il carico di lavoro che grava sulla Corte di Cassazione.
6. Riformare la legge sulla cittadinanza e sul diritto di voto
a) Riconoscere il diritto di voto alle elezioni comunali in favore delle persone straniere in Italia dopo 5 anni di
soggiorno, ratificando il Capitolo C della Convenzione di Strasburgo del 1992.
b) Riconoscere il diritto ad acquisire la cittadinanza italiana in tempi brevi e con procedure rapide e trasparenti, adeguando la legge ai mutamenti sociali intervenuti a seguito del fenomeno migratorio e al radicamento nelle comunità territoriali; valorizzare il principio dello ius soli; agevolare l’acquisto della cittadinanza ai minori stranieri.
7. Assicurare l’effettivo esercizio del diritto di asilo
a) Consentire la presentazione della domanda di visto di ingresso per asilo, evitando così alle persone viaggi
pericolosi e ingressi irregolari a rischio della vita, affidandosi ai trafficanti.
b) Rendere effettivo il diritto di accesso al sistema asilo fin dall’ingresso sul territorio nazionale, comunque avvenga, eliminando le prassi illegittime negli hotspot.
c) Riformare il sistema di accoglienza, nel rispetto del diritto europeo, rendendo obbligatoria da parte dei
Comuni l’attivazione del SAI (Sistema Accoglienza Integrazione).
d) Ripensare l’ingiusto automatismo delle inammissibilità delle domande d’asilo a seconda del Paese di origine,
tenuto conto degli sconvolgimenti che stanno attraversando il mondo intero per cui nessun Paese può essere definito sicuro per legge.
8. Tutelare le vittime di tratta, violenza e grave sfruttamento lavorativo
a) Garantire il rilascio del permesso di soggiorno alle vittime di tratta, violenza e sfruttamento lavorativo,
indipendentemente dalla collaborazione con l’autorità giudiziaria, e la non imputabilità per i reati commessi
durante la fase di sfruttamento. Garantire anche un iniziale “periodo di riflessione” ed effettive forme di indennizzo per le vittime.
b) Contrastare il fenomeno del grave sfruttamento lavorativo, prevedendo una modifica dell’art. 22 co. 12bis
e ss del Testo Unico Immigrazione, il rilascio del permesso di soggiorno indipendentemente dalla collaborazione e tenendo in particolare considerazione la condizione delle donne lavoratrici.
9. Impegnarsi per effettive e razionali riforme del diritto dell’Unione europea
a) Sostenere in sede europea la riforma del Regolamento Dublino 3 prevedendo l’introduzione di criteri vincolanti di redistribuzione tra gli Stati membri dell’UE che tengano conto dei legami significativi dei richiedenti asilo con un dato Stato membro in ragione di vincoli familiari e parentali, precedenti soggiorni, conoscenza della lingua, ecc.
b) Non sostenere le proposte di riforma di direttive e regolamenti della UE che siano orientate ad estendere le
procedure accelerate di esame delle domande di protezione internazionale alla frontiera e a produrre ulteriore grave compressione delle garanzie fondamentali e dei diritti dei richiedenti asilo.
10. Attuare una profonda revisione della normativa in materia di espulsioni e chiudere i CPR
a) Limitare il ricorso al provvedimento di espulsione solo per le violazioni più gravi e quando ogni altra ragionevole possibilità di regolarizzare il soggiorno dello straniero non è percorribile e realizzare adeguati
programmi di rimpatrio volontario.
b) Prevedere che ogni accordo di riammissione con i Paesi terzi sia sempre sottoposto alla previa approvazione del Parlamento.
c) Garantire che ogni forma di limitazione della libertà personale sia disposta da un giudice togato (e non più
dai giudici di pace) al pari di quanto previsto per tutti i cittadini italiani e che l’identificazione delle persone
socialmente pericolose avvenga durante la detenzione in carcere e non più disponendo un nuovo e ulteriore
trattenimento amministrativo.
d) Chiudere i CPR (centri di permanenza per i rimpatri) in quanto l’attuale disciplina del trattenimento viola le
norme costituzionali, internazionali ed europee.
11. Modificare la disciplina penale del favoreggiamento dell’ingresso irregolare, in modo da far cessare la criminalizzazione della solidarietà ai migranti.
L’attuale formulazione dell’art. 12 del Testo Unico Immigrazione, rendendo punibili con severe pene detentive anche le condotte di aiuto all’ingresso irregolare motivate da ragioni solidaristiche, ha reso possibile l’apertura di molti procedimenti penali a carico delle ONG che lavorano in ambito SAR o sui confini terrestri: la sanzione penale deve rimanere solo per condotte di favoreggiamento caratterizzate da approfittamento e finalità lucrativa.»
5 agosto 2022
Dal sito di Asgi www.asgi.it