«“Ho pochi giorni ancora poi devo rientrare in ospedale. Sarà quel che sarà. Attendono altri accertamenti, ma io attendo Lei, meglio attendo Lui.” Con queste parole si apre l’ultimo saggio di Turoldo, scritto pochi mesi prima di morire. Lo aveva intitolato Il dramma è di Dio, ma l’editore che lo pubblicò per la prima volta volle cambiarne il titolo, facendolo diventare Il dramma è Dio. » (Paolo Bertezzolo)
Paolo Bertezzolo, già insegnante di storia e filosofia nei licei e preside, impegnato nell’associazionismo cattolico, deputato del movimento La Rete nell’XI Legislatura (1992-1994), è autore di diversi libri, tra i quali: Francesco Angeleri. Un rosminiano veronese (1992); con Luigi Adami La fede nuda. Dialogo sul credere e il dubitare (2019); con Laura Rozza Giuntella il romanzo politico Il palazzo dei baci rubati. Un omicidio e altri misfatti a Montecitorio (2018).
Questo suo bel libro su padre David Maria Turoldo è aperto da una Presentazione di Mariangela Maraviglia (dottore di ricerca presso la Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII di Bologna e autrice di biografie su Primo Mazzolari, Adriana Zarri, David Maria Turoldo).
Dalla Presentazione di Mariangela Maraviglia
“Qui [Paolo Bertezzolo] presenta il suo “lungo viaggio” attraverso l’opera edita di Turoldo, offrendo la “biografia del pensiero” di un eterno cercatore del volto di Dio: “Lazzaro dell’Amore”, “maniaco di Dio”, come si definiva lui stesso, inquieto mendicante di un amore sempre desiderato e sempre sfuggente, perché, scriveva ancora nelle sue ultime carte: “la vera domanda che sta all’inizio di ogni discorso è Dio stesso. Dio non è la risposta è la domanda”.
Questa ininterrotta domanda è individuata da Bertezzolo cone leitmotiv degli scritti turoldiani in prosa e in poesia: dalla tesi di laurea in filosofia, discussa nel 1946, fino agli ultimi lavori, in particolare Il dramma è Dio, a suo dire, e anche di padre David, testo ricapitolativo di un intero cammino spirituale (…)
Paolo Bertezzolo coduce il lettore a immergersi nella multiforme produzione turoldiana con amorosa dedizione, scandagliando il continuo dibattersi di padre David, il suo avanzare da un’opera all’altra in un procedimento che definisce “a spirale”, riconoscendovi le “tappe di un percorso unico” in cui le ripetizioni aprono a significati e interpretazioni nuove.
In densi capitoli si dispiegano tutte le questioni che stanno al cuore della rfilessione di Turoldo, corollario alla domanda su Dio: il male, la morte, il senso del tutto, l’impegno nella storia, avvertito come ineludibile mandato.
Si ritrovano categorie, culture, autori religiosi e laici intercettati e originalmente restituiti da una sensibilità straordinariamente ricettiva quale fu quella di padre David: l’esistenzialismo e Leopardi, la “scelta dei poveri” e gli umori della Chiesa latinoamericana, Gandhi e i teologi della speranza.
E, su tutto, il “grande codice” della Bibbia, chiave di lettura della storia dell’umanità come storia di liberazione; rivelazione definitiva, nella figura di Gesù Cristo, dell’immagine di Dio, non dell'”Essere” lontano e chiuso nella sua indifferente perfezione della filosofia greca ma “un Dio che pena nel cuore dell’uomo”.
Un Dio che, nello scandaloso scendere dalle sue altezze inattingibili, si è saldato alla sorte dell’umanità, regalando all’uomo lo “scandalo della speranza”, il compito esigente di redere accogliente per ogni creatura il mondo, la storia, la Chiesa.
Sta particolarmente a cuore a Bertezzolo questa “saldatura” che rende l’uomo responsabile del suo futuro, proiettato in un orizzonte escatologico che ne motiva lo spendersi in una politica di giustizia e liberazione nel proprio tempo (…)
Nel contributo di Bertezzolo si respira l’immensa gratitudine per un lascito che offre snodi di senso anche per l’oggi. Lo straordinario patrimonio di vita, pensiero, canto, frutto dell’esperienza di padre David, rivive in queste pagine.”
Mariangela Maraviglia
Vedi anche:
Ricordo di padre David Maria Turoldo, di Vincenzo Passerini
E intanto i giorni, una poesia di David Maria Turoldo ricordando le vittime di Covid