Archivio del mese Marzo 2023

Il Margine, festa del ringraziamento

Pensiero del giorno

 

«…una festa del ringraziamento… Il Margine per molti di noi non è stato solo una rivista, ma un pezzo della nostra vita. Ha rappresentato qualcosa di profondo, vitale, indispensabile, anche se piccolo e fragile, sottoposto ai cambiamenti… Forse le fondamenta ideali erano buone, e anche per questo è durato 43 anni. Il miracolo è questa durata. La ricchezza dei contributi raccolti in questo numero specialissimo e quelli scaturiti dalla serata, testimoniano che attenzione, preoccupazione, speranza, sono vive, che siamo cioè al margine di un funerale o di un battesimo, perché non sappiamo ancora bene cosa sia. Confidiamo di trovare un momento successivo in cui fare tesoro delle riflessioni emerse, per vedere se qualcosa può ancora maturare» (Vincenzo Passerini, dall’articolo di Gabriella Brugnara per il quotidiano “Il T”, 26 marzo 2023)

PDF Il T domenica 26 marzo 2023 IL MARGINE

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“La vita è breve, amatevi”. Il testamento di Uday, il giovane palestinese morto nel naufragio di Cutro (Adnkronos)

Pensiero del giorno

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Uday Ahmed

“Tanti familiari, tanti amici sono morti nella guerra in Palestina. Scappiamo dalla guerra, dalla povertà. La vita non si ferma per nessuno, anche se siamo addolorati per tutte le nostre perdite. La vita è breve, amatevi.”  (Uday Ahmed)

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Colletta nazionale a sostegno delle popolazioni di Turchia e Siria colpite dal devastante terremoto. L’azione della Caritas. Come aiutare concretamente

Dal sito web di Caritas Italiana.

“In entrambi i Paesi gli operatori e i volontari di Caritas stanno distribuendo cibo, acqua, coperte, materassi agli sfollati accolti nei diversi centri, e stanno verificando i bisogni e le condizioni di sicurezza per la pianificazione di interventi più organici.
Caritas Siria è attiva con 295 operatori e volontari siriani ad Aleppo, Lattakia e Hama, all’interno dei vari centri che accolgono gli sfollati in scuole, chiese, moschee, palestre o campi spontanei. Particolarmente grave la situazione per i tanti anziani, più vulnerabili al freddo e al disagio nei centri di accoglienza, nonché al trauma di aver perso le proprie abitazioni.” (dal sito web di Caritas Italiana, 17 marzo 2023)

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La lezione del Covid: difendere la sanità pubblica (editoriale su “Vita trentina”)

Bergamo: nella notte tra il 18 e il 19 marzo 2020 un convoglio  di camion militari porta in altre città le salme per la cremazione.

“Il Covid ci ha insegnato, semmai l’avessimo dimenticato, che solo un forte sistema sanitario pubblico è in grado di affrontare emergenze simili. Cure costosissime, spesso prolungate, sono state assicurate a chi ne aveva bisogno, non a chi aveva i soldi per pagarle come è accaduto e accade in tanti Paesi del mondo, ricchi e poveri. La sanità privata può integrare quella pubblica, non può sostituirla. Quindi non si può accettare che venga indebolito il pubblico per favorire il privato.” (Vincenzo Passerini)

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Oscar Arnulfo Romero: “In nome di Dio, cessate la repressione!” (da “Tracce nella nebbia”)

Il vescovo Oscar Arnulfo Romero (1917-1980) con il suo popolo.

Il 24 marzo 1980 il vescovo di San Salvador, Oscar Arnulfo Romero, che aveva denunciato ripetutamente le repressioni dell’esercito e le ingiustizie sociali, veniva assassinato mentre celebrava la messa. Combatté la buona battaglia accanto al suo popolo, ma isolato dalle gerarchie ecclesiastiche e lasciato solo dal Vaticano. Papa Francesco lo ha proclamato santo. Un testimone indimenticabile. Questo il suo profilo tratto dal libro Tracce nella nebbia.

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Lo straziante e dettagliato racconto di Alidad Shiri su Fanpage dei suoi giorni accanto ai familiari delle vittime della strage di Cutro (Crotone)

Il recupero di una salma della strage di Cutro (Crotone). (da globalist)

“Mi conferma la triste notizie: su quella nave si trovava anche nostro cugino, che io non avevo mai visto perché ha solo 17 anni. Pur non conoscendolo, non riesco a trattenere le lacrime. Conosco quel tipo di viaggio che ho intrapreso, bambino, proprio 17 anni fa, e che mi ha portato dalla Turchia alla Grecia.

Conosco quelle paure, quel silenzio di notte in cui anche se non c’è niente intorno, si teme quasi di essere notati, quel mal di mare che ti fa vomitare, quel tanfo che deriva dall’essere in così tanti stretti dentro lo scafo senza poter prendere una boccata d’aria. Ci unisce la speranza di arrivare in un posto dove potere vivere, avere diritto di parlare, di ascoltare la musica, di studiare, di lavorare, di poterti radere la barba senza che qualcuno te ne controlli i centimetri, di vestirti come vuoi, anche di pregare, ma senza costrizioni da parte della polizia morale del regime, senza che qualcuno ti frusti e ti arresti perché non frequenti la moschea…” (Alidad Shiri)

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“Mi sveglio con gli incubi di quei bambini morti”. Alidad Shiri racconta la strage di Cutro e lo strazio dei familiari delle vittime (intervista al quotidiano “Alto Adige”)

Alidad Shiri (foto “Alto Adige”)

“Ho fatto tutto il possibile per mettere in contatto le famiglie con la polizia scientifica. C’erano file di cavaveri senza nome. Madri, padri che ci chiamavano disperati e ci mandavano le foto…”

“Mi sveglio con gli incubi di quei bambini morti…”

Alidad Shiri

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“Addio all’ultima Rosa Bianca. A 103 anni, a Charleston, è morta Traute Lafrenz, un amore di Hans Scholl, sopravvissuta al carcere nazista” (di Paolo Ghezzi, “Il Dolomiti”)

Traute Lafrenz (foto da www.ildolomiti.it)

“Aveva un volto splendido da ultracentenaria, Traute: le rughe come la carta geografica della sua vita, come le vene dei suoi dolori e dei suoi amori, lunghe e intrecciate come il secolo breve.

Traute Lafrenz è l’ultima protagonista della Rosa Bianca a lasciare questo mondo. Aveva 103 anni, e dal dopoguerra viveva negli Stati Uniti dove ha lavorato lunghissimi anni come pediatra.” (Paolo Ghezzi)

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Francesco: per i miei dieci anni da Papa, regalatemi la pace (ascoltiamo in un podcast la voce di Francesco)

Papa Francesco

“Popecast”, il Papa si racconta in un podcast realizzato dai media vaticani nel decennale del pontificato: “Non pensavo che sarei stato il Papa nel tempo della Terza guerra mondiale”. “Il momento più bello? L’incontro con i vecchi a San Pietro. Quello che non avrei voluto vedere sono i ragazzi morti per i conflitti.(da Vatican News)

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“È la speranza che muove il mondo” (di Vincenzo Passerini, “Vita trentina”, 9 marzo 2023)

Alcuni volti e nomi delle vittime della strage di Crotone. (www.corriere.it)

“Potevamo salvarli e non li abbiamo salvati. Quei 72 morti, tra cui 28 bambini, e poi forse altri 20 o 30 dispersi, nel naufragio di Crotone pesano come una vergogna inamovibile sulla coscienza del nostro Paese. In primo luogo del governo. Un governo che considera i profughi un problema di sicurezza, non un dramma umano. E che ha varato norme che limitano l’azione di soccorso dei naufraghi da parte delle navi delle ong.”

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Le “spaventevoli” difficoltà e i “miracoli” di Francesca Cabrini, patrona dei migranti (dal libro “Tracce nella nebbia”)

Francesca Saverio Cabrini (1850-1917)

«Di fronte a “spaventevoli difficoltà, fastidi, disgrazie, dispiaceri”, annotava, “di che temerò?”. Aveva una grande fede in Dio e in se stessa.

Schietta e allegra, ardita e tenace affrontò senza timori un mondo, ecclesiastico e laico, poco abituato a trattare affari e grandi questioni con le donne: “Devo lavorare come una giovanotta, devo sostenere forti ragioni contro forti uomini ingannatori”, scriveva alle consorelle nel 1904.»

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Presentazione di “Tracce nella nebbia” a Cimego, in Valle del Chiese (Trento) il 14 marzo

Il 14 marzo prossimo a Cimego, in Valle del Chiese in Trentino, si presenta il libro “Tracce nella nebbia. Cento storie di testimoni” nell’ambito dei Martedì di Quaresima promossi dalle parrocchie della zona e dedicati ai diritti umani, ai testimoni della giustizia e della libertà, alla memoria dei missionari uccisi nel 2022. L’appuntamento è per le 20.30 al Centro socio-culturale. Con l’autore, Vincenzo Passerini, dialogherà Giacomo Bonazza.

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“So che la notte finisce e poi arriva il mattino con la luce”. Le appassionate parole dal carcere bielorusso di Ales Bialiatski nel discorso per il premio Nobel per la pace 2022 (aggiornamento: condannato a 10 anni di carcere il 3 marzo 2023)

Ales Bialiatski, bielorusso, difensore dei diritti umani, premio Nobel per la pace 2022.

Aggiornamento 3 marzo 2023: Ales Bialiatski è stato condannato da un tribunale bielorusso a dieci anni di reclusione in una colonia penale a regime duro.

Riproponiamo all’attenzione dei lettori questo articolo – con il discorso del Nobel pronunciato dalla moglie di Bialiatski –  pubblicato su questo blog il 13 dicembre 2022.

 

«So che la notte finisce e poi arriva il mattino con la luce. So che ciò che ci spinge ad andare avanti senza sosta sono la speranza e il sogno. Martin Luther King ha pagato il suo sogno con la vita, è stato ucciso. Il prezzo per il mio sogno è minore, ma con conseguenze dure. Dopo tutto, il mio sogno è degno di tutti questi miei sacrifici personali …

Mi guardo dentro e i miei ideali non sono cambiati, non hanno perso il loro valore, non sono svaniti. Sono sempre con me e li custodisco come meglio posso. Sono oro colato, immuni alla ruggine.» (Ales Bialiatski, premio Nobel per la pace 2022)

 

 

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