“Aveva un volto splendido da ultracentenaria, Traute: le rughe come la carta geografica della sua vita, come le vene dei suoi dolori e dei suoi amori, lunghe e intrecciate come il secolo breve.
Traute Lafrenz è l’ultima protagonista della Rosa Bianca a lasciare questo mondo. Aveva 103 anni, e dal dopoguerra viveva negli Stati Uniti dove ha lavorato lunghissimi anni come pediatra.” (Paolo Ghezzi)
Addio all’ultima Rosa Bianca
A 103 anni, a Charleston, è morta Traute Lafrenz, un amore di Hans Scholl, sopravvissuta al carcere nazista
di Paolo Ghezzi
dal giornale online Il Dolomiti (www.ildolomiti.it), 10 marzo 2023
Aveva un volto splendido da ultracentenaria, Traute: le rughe come la carta geografica della sua vita, come le vene dei suoi dolori e dei suoi amori, lunghe e intrecciate come il secolo breve. Traute Lafrenz è l’ultima protagonista della Rosa Bianca a lasciare questo mondo. Aveva 103 anni, e dal dopoguerra viveva negli Stati Uniti dove ha lavorato lunghissimi anni come pediatra.
Nata ad Amburgo il 3 maggio del 1919, e formata – con Heinz Kucharski e con il futuro Bundeskanzler Helmut Schmidt – dall’insegnante antinazista Erna Stahl alla Lichtwarkschule della città anseatica, Traute ha incontrato Alex Schmorell della futura Rosa Bianca nell’estate 1939, durante il servizio agricolo comandato in Pomerania, e due anni dopo, all’Università di Monaco, ha conosciuto il gruppo Scholl ed è stata una delle persone più vicine a Hans Scholl, di cui divenne, nell’estate 1941, la fidanzata.
Lui 23 anni, lei 22. Il tempo dell’amore e della speranza. C’è anche una bellissima foto che li ritrae insieme, in un parco di Monaco, il volto di Traute nascosto dai suoi capelli.
La scintilla tra la bella nordista, che parlava con accento amburghese, e il romantico sudista svevo che scriveva poesie, si accese grazie a Johann Sebastian Bach: durante l’intervallo dei Concerti Brandeburghesi all’Odeon, Schmorell le presentò Hans. Fu amore a prima vista: divenne un’estate di passeggiate, biciclette, bagni nei laghi e nei fiumi, discussioni di arte, filosofia e teologia.
I volantini della Rosa Bianca non erano ancora stati concepiti, gli studenti di medicina, nonostante la guerra, potevano ancora continuare a frequentare l’Università, a fare una vita quasi “normale”.
Resterà sua amica, e vicinissima alla famiglia Scholl e al gruppo Weisse Rose, anche dopo la fine del loro amore.
“Era quasi bello, ma quasi però”, diceva ironicamente molti anni dopo, sempre rispettosa della privacy della loro storia. Diffuse i volantini, nel novembre 1942, nella sua Amburgo e per questo fu condannata a un anno di carcere nel secondo processo alla Weisse Rose, nell’aprile 1943.
Il 24 febbraio 1943, a Monaco di Baviera, nel cimitero della Perlacher Forst accanto al carcere dove la ghigliottina nazionalsocialista aveva assassinato Hans e Sophie Scholl, oltre a Christl Probst, Traute – che era stata l’amica che aveva assistito i genitori Scholl arrivati in fretta e furia a Monaco per l’ultimo incontro con i condannati a morte, il 22 febbraio – fu l’unica non familiare a partecipare al funerale dei due fratelli della Rosa Bianca. Una prova di vicinanza e di coraggio.
Arrestata nel marzo 1943 e condannata in aprile a un anno di carcere, in seguito fu nuovamente incarcerata dai nazisti e liberata dagli americani nell’aprile 1945.
Il funerale di Traute Lafrenz Page, questo il suo cognome da sposata, morta il 6 marzo, sarà domani – 11 marzo 2023 – a Charleston, South Carolina. Come dice il suo “obituary” pubblicato dal Charleston Post & Courier, “Traute was mother to four children, grandmother to seven and great-grandmother to five”. Dunque, quattro figli, sette nipoti e cinque pronipoti. Non solo “an opponent and prisoner of the Nazi regime” ma anche una dottoressa antroposofista che viveva e lavorava convinta delle radici spirituali dell’umanità.
Lafrenz emigrò a San Francisco nel 1947, lavorando al St. Joseph’s hospital. Nel 1948 sposò il college medico Vernon Page, originario del Texas e insieme esercitarono la professione in un piccolo centro della California, Hayfork. Per poi trasferirsi in Illinois. Traute entrò nella Anthroposophical Society e fu tra i primi medici a praticare un approccio medico olistico ispirato dalla visione antroposofica.
Negli anni ’60 organizzò le scuole estive Waldorf con l’intento di educare lo spirito delle giovani generazioni attraverso l’arte, la creatività, la conoscenza della spiritualità.
Fu anche direttrice della Esperanza school di Chicago per bambini in ritardo di sviluppo. In occasione del suo 100° compleanno, l’ambasciata tedesca negli Usa le conferì la croce al merito della Repubblica tedesca per la partecipazione alla Rosa Bianca e la difesa dell’umanità.
Me la ricordo all’Università di Monaco, in una commemorazione della Weisse Rose, a raccontare con grande memoria e vivacità i giorni della Rosa Bianca, il fascino di Hans Scholl: ultraottantenne, aveva ancora occhi chiari, penetranti, saettanti. Si capiva perché in quegli occhi lo scintillante Scholl avesse visto la scintilla.
Dirà, anni dopo: “Ho riflettuto a lungo, perché proprio solo io, di quella Rosa Bianca, fossi rimasta in vita”. Forse semplicemente per vivere. Per cantare altri 80 anni la canzone della sua vita.
Se si pensa alla lunghissima esistenza di Traute Lafrenz Page, sentiamo ancora meglio la contemporaneità, con noi del 2023, degli studenti della Rosa Bianca, uccisi 80 anni fa: e fa ancora più rabbia, e malinconia, pensare quante cose avrebbero potuto fare e pensare e creare. Figli, libri, imprese, scoperte, viaggi.
Ma le dittature – ieri il nazismo, oggi il clericalismo iraniano e l’imperialismo putinista – hanno sempre l’obiettivo di eliminare la loro meglio gioventù, se diversamente pensante.
Adieu Traute, ultima rosa bianca.
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