Valerio Onida si batté per i diritti dei migranti. A Trento partecipò alla “Settimana dell’accoglienza” e difese una rifugiata ucraina e il figlio discriminati dal decreto Salvini

Valerio Onida a Trento il 5 ottobre 2018 (foto giornale “Trentino”).

«Le costituzioni nascono per arginare il potere della maggioranza, affinché i deboli non siano discriminati» (Valerio Onida, Trento, 5 ottobre 2018)

« LA COSTITUZIONE PREVEDE IL DOVERE DI SOLIDARIETÀ »

dal giornale “Trentino”, 6 ottobre 2018

«Le costituzioni nascono per arginare il potere della maggioranza, affinché i deboli non siano discriminati». Il presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida ha messo in guardia contro gli “abusi” del potere politico nei confronti dei migranti durante il dibattito “Persona e comunità: coltivare i doveri, promuovere i diritti” tenutosi a Palazzo Geremia nell’ambito della Settimana dell’accoglienza.

«La sfida della società moderna è quella di evitare a ciascun essere umano le discriminazioni, – ha spiegato Onida – che negano il principio di eguaglianza. Le costituzioni si rivolgono per lo più a comunità circoscritte, i “popoli”. Ma oggi ci si domanda perché una persona che non ha mai visto l’Italia sia cittadino italiano perché figlio di italiani, mentre un’altra che è nata ed ha sempre vissuto qui sia ancora uno “straniero”».

Onida si è appellato al “dovere di solidarietà” previsto dalla Carta Costituzionale: «Anticamente era il sovrano a dover provvedere alla sopravvivenza dei suoi sudditi, mentre oggi è il popolo ad essere sovrano ed è il popolo a doversi far carico delle persone in difficoltà. Per questo i richiami dello Stato alla solidarietà non sono piacevoli per il singolo individuo: significa che ciascuno deve dare il suo contributo, senza potersi isolare nel suo “orticello”».

Armando Zappolini, presidente nazionale Cnca, ha sollevato l’allarme di un “attacco” in corso ai principi costituzionali: «Quando si mettono a rischio le vite di donne, uomini e bambini, non siamo più di fronte a legittime opinioni politiche. La risposta non sta nemmeno nella “carità”: a chi viene qui non va dato un pezzo di pane per “pietà”, ma diritti per diventare parte della società».

Il sindaco Alessandro Andreatta ha evocato l’articolo 10 della Costituzione, che prevede il diritto di asilo a chiunque scappi da paesi in cui non vigono regole democratiche: «I costituenti conoscevano i drammi della dittatura e della guerra. Oggi vediamo invece sindaci arrestati e le Ong criminalizzate. Bisogna seguire le leggi, ma occorrono leggi che siano giuste e buone». (f.p.)

 

In difesa di una rifugiata ucraina e il figlio discriminati dai decreti “sicurezza”

 

Così l’avvocato Giovanni Guarini ricorda su ildolomiti.it (servizio di Tiziano Grottolo, 14 maggio 2022) quando il prof. Valerio Onida difese a Trento, insieme a lui e all’avvocato Alberto Guariso, una rifugiata ucraina e il figlio.

 

«Valerio Onida è stato un autentico esempio di umiltà e passione per il diritto. La sua vita è stata un esempio costante, piegava la sua autorevolezza di Professore universitario, di Presidente emerito della Corte Costituzionale, per la tutela delle ragioni degli ultimi.

In questo senso andavano il suo contributo di volontariato in carcere per i detenuti e il suo impegno per gli stranieri esclusi dai diritti fondamentali.

Ho avuto la fortuna e l’onore di conoscerlo. Anni fa ho difeso con lui e con l’amico e collega Alberto Guariso una donna ucraina, rifugiata in Italia assieme al figlio minorenne, per sfuggire a quella guerra civile, che oggi ben conosciamo.

In quella causa Valerio Onida aveva anticipato la Corte Costituzionale nel ritenere incostituzionale il noto decreto Salvini, che aveva vietato ai richiedenti asilo di potersi iscrivere all’anagrafe dei residenti e quindi di fatto inibendo loro di fruire dei servizi di assistenza sociale che connessi alla residenza.

Ricordo che la prima udienza a Trento davanti al giudice civile era in una calda giornata di giugno, l’udienza era fissata nella prima mattina. Nei giorni precedenti all’udienza lo avevo rassicurato di non disturbarsi per essere presente ad ogni costo, ci sarei stato comunque io e gli avrei risparmiato una levataccia mattutina , visto che doveva partire da Milano.

Ma lui fu irremovibile, volle essere presente ad ogni costo: “È necessario che io spieghi al Giudice perché questa norma è incostituzionale e discriminatoria”, mi disse.

È fu così, che alle otto di mattina era già arrivato alla stazione dei treni di Trento, pronto per andare in Tribunale.

Di quella mattina trascorsa con lui davanti al giudice ricordo la fermezza assieme alla pacatezza nell’esporre le sue tesi, proprie di chi è assolutamente convinto delle sue ragioni.

E ancora, la passione e l’indignazione dinanzi a norme che non potevano avere cittadinanza in un Paese civile e ispirato al principio di uguaglianza.

Mi mancherai e ci mancherai Prof Onida, chi ha a cuore la tutela dei diritti civili e i diritti degli ultimi oggi si sente un po’ più solo.»