Chiediamo scusa alla famiglia di Sara Pedri
Un anno fa, il 15 novembre 2020, arrivava in Trentino, Sara Pedri, ginecologa di 31 anni, originaria di Forlì, piena di energia, generosa, precisa, una grande passione per il lavoro.
Un anno fa, il 15 novembre 2020, arrivava in Trentino, Sara Pedri, ginecologa di 31 anni, originaria di Forlì, piena di energia, generosa, precisa, una grande passione per il lavoro.
“Siamo nella Locride, nel regno della ‘ndrangheta. Se a Lucano – che non ha intascato un euro per ammissione generale – danno 13 anni, ai mafiosi che rubano, corrompono e ammazzano quanti anni danno? Diecimila? Centomila? Ma questa assurda condanna non reggerà.”
Vive nella città di Zarzis, sulla costa tunisina nei pressi del confine libico, un uomo, Chamseddine Marzoug, che da dieci anni seppellisce i migranti morti nei naufragi e restituiti dal mare alla terra.
Prima che la pietà lo vincesse, i corpi finivano in fosse comuni.
Non c’è tempo da perdere. Sui temi decisivi, a partire da quello ambientale e da quello sociale, c’è fame di concretezza. Di proposte realizzabili. Di esempi buoni da seguire. Di scelte immediate.
“Se qualcuno vuole veramente “mordere” l’esistenza dovrà fare, prima o poi, l’esperienza del digiuno.
Astenersi dal mangiare – vedremo subito in che modo – è veramente un mettersi alla prova, un misurare la nostra determinazione nel prendere in mano la nostra vita. “ (Fabio Bonafé)
“Le minacce di morte erano diventate parte della sua vita”, ha scritto Hanna Beech sul “New York Times” del 2 ottobre scorso.
Mohib Hullah, 46 anni, fondatore e leader dell’Arakan Rohingya Society for Peace and Human Rights, è stato ucciso il 29 settembre nel campo profughi di Katupalong, in Bangladesh, il più grande del mondo, che accoglie 600 mila profughi Rohingya dei 900 mila accolti nel distretto di Cox’s Bazar.
Il vaccino è come la libertà: bisogna non averlo per apprezzarlo. Bisogna vivere nell’Africa subsahariana per sapere cosa vuol dire non avere un vaccino contro la malaria. E vedere migliaia e migliaia di bambini morire ogni anno di questa malattia.
Ecco perché l’annuncio, fatto il 6 ottobre scorso, da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che è stato approvato il primo vaccino contro la malaria è di portata storica.
“Jägerstätter rinunciò alla propria vita piuttosto che toglierla agli altri.
Il suo ragionato e fermo rifiuto di combattere per la Germania era il modo di realizzare politicamente il suo desiderio di essere un perfetto cristiano.
Alcuni che lo conobbero pensano sia stato un santo.”
(Thomas Merton)
“… se qualcuno mi dimostrasse che Cristo è al di fuori della verità, e davvero la verità si trovasse fuori di Cristo, preferirei comunque rimanere con Cristo piuttosto che con la verità.”
Duecento anni fa, l’11 novembre 1821, nasceva a Mosca F. M. Dostoevskij.
Aveva vent’anni nel ’68 Abdulrazak Gurnah, il nuovo premio Nobel per la letteratura annunciato giovedì 7 ottobre dall’Accademia di Svezia.
Viveva in Tanzania, era studente, ma dovette fuggire perché perseguitato.
Approdò in Inghilterra dove trovò rifugio.
Le pompe di benzina vuote e gli scaffali di prodotti freschi presi d’assalto nei supermercati sono solo le prime clamorose avvisaglie del fallimento della Brexit. Dell’uscita, cioè, del Regno Unito dall’Unione Europea.
Ma siamo solo agli inizi.
Non ci sono solo le violazioni dei diritti umani in Afghanistan da parte dei talebani.
Il genocidio degli uiguri, perpetrato dalla Cina a partire dal 2014 con l’arrivo al potere di Xi Jinping, è un gigantesco crimine contro l’umanità sul quale l’opinione pubblica mondiale è più restia ad emozionarsi e a mobilitarsi.
Sette donne uccise in nove giorni. È l’Afghanistan? No, è l’Italia. Uccise in famiglia, quasi sempre da mariti o compagni, o da ex, oppure da altri familiari o amici. Non da invasori stranieri. Le violenze peggiori non vengono da fuori. Vengono da dentro le nostre case, le nostre famiglie, i nostri paesi.
“La vita non era mio possesso, o straniero:
l’ebbi in prestito,
la resi al tempo creditore.
Buon viaggio viandante.”
«Si è conclusa la missione estiva della Comunità di Sant’Egidio con i profughi dell’isola greca di Lesbo.
Non finiscono però il sostegno e la vicinanza ai migranti che restano sull’isola e che vedranno nuove missioni di Sant’Egidio nei prossimi mesi.»
La tragedia senza fine dell’Afghanistan non è un film di buoni e cattivi. I buoni e i cattivi spesso si scambiano i ruoli.
Solo le vittime sono sempre le stesse: bambini, donne, innocenti bombardati, uccisi, imprigionati, perseguitati, affamati, profughi. Che vengono magari lasciati morire in mare, rifiutati, calpestati, espulsi in nome dei valori della civiltà occidentale. Quanta ipocrisia intorno alla parola “Occidente”.
Gino Strada, chirurgo di guerra e fondatore di Emergency, ci ha lasciato il 13 agosto 2021 dopo aver dedicato tutta la vita alle vittime di guerra e alla battaglia contro ogni guerra.
L’Afghanistan è stato uno dei primi Paesi ai quali Gino Strada ha dedicato tutto se stesso, la sua professione, la sua generosità, la sua grande umanità.
Solo i disinformati si sorpendono di quanto sta accadendo in Afghanistan, della vittoria dei talebani e del fallimento della guerra. Un fallimento da anni sotto gli occhi di tutti e di cui gli americani da tempo hanno preso atto aprendo le trattavive con i talebani e lasciando il paese.
“Mia madre mi ha insegnato a rispettare le regole. Si vive con le leggi che ci sono, servono a tenere viva una società e io non mi metto a giudicarle, però posso dire che per un bimbo italiano, nato qui, cresciuto qui è doloroso essere messo in pausa. Io aspettavo i 18 anni come il primo dei miei tanti traguardi, altri possono vivere quel limite come una esclusione”.
“In questi quattro anni ho ascoltato le storie di circa trecento migranti: storie vere, lunghe, brevi, terribili, divertenti, piene di disperazione e piene di speranza, storie a volte inventate per nascondere storie ancora più tremende …
In questi quattro anni di racconti, dialoghi, pianti, risate e litigi, le persone a cui appartenevano quelle storie sono diventate in qualche modo la mia gente. Ci lavoravo di giorno, li sognavo di notte …” (Angela Tognolini)
Di Bruno Masé, che ci ha lasciato dopo una vita dedicata agli altri, si può dire che Dio solo sa, nel vero senso della parola, quante persone nelle situazioni più difficili ha aiutato.
Senza stancarsi, senza fermarsi di fronte a nessun ostacolo. Quegli ostacoli che spesso sbarrano la strada alle migliori generosità.
Aveva mai parlato con loro l’assessore leghista di Voghera, Massimo Andreaci, che dopo un alterco e un pugno ha sparato e ucciso una persona senza dimora e malata, Youns El Boussettaoui, sposato e padre di due bambini? Ha mai ascoltato le loro storie?
Caporalato spietato. Tra Veneto e Trentino. Undici arresti per l’inchiesa su “Grafica Veneta” e “B.M. Services”. I libri di Obama e Umberto Eco stampati e confezionati sfruttando il lavoro da schiavi degli immigrati.
Le lacrime e il grido “Dov’è la giustizia?” di Bahuja, la sorella di Youns El Boussettaoui, la persona senza dimora ammazzata a Voghera con un colpo di pistola al cuore, durante una lite, dall’assessore leghista Massimo Adriatici, cadono in un vile clima di minimizzazioni in cui è finito un Paese senza più dignità.
Quel sabato mattina 21 luglio 2001 Genova ci accolse con un sole radioso. Eravamo arrivati in 600 dal Trentino con i pullman per la manifestazione. Aveva aderito anche il Forum trentino per la pace che presiedevo. Il corteo avrebbe percorso il lungomare per arrivare al centro. Il giorno prima era stato ucciso il giovane Carlo Giuliani e gli organizzatori nazionali avevano discusso: confermare o no la manifestazione? I più avevano detto sì.
“Quale eredità ha lasciato l’esperienza coloniale dell’Italia in Africa, che si concluse con la sconfitta del 1943?
Un bilancio complessivamente fallimentare, una memoria storica parziale e distorta, il permanere di sacche di disinformazione, ignoranza e malafede, con un mito duro a morire, quello della “diversità” del colonialismo italiano, “più buono” degli altri.
“Angelo del Boca esamina, in questo libro, gli episodi più efferati, quelli che costituiscono senza dubbio le pagine più buie della nostra storia nazionale.”
La storia sarà forse maestra di vita.
Di sicuro è maestra di menzogna. Soprattutto la storia dei popoli vinti, schiacciati, sterminati scritta dai vincitori. E che, ieri come oggi, nasconde crimini ed esalta false glorie.
Il compito di un vero storico è, allora, quello di smascherare le menzogne degli storici che lo hanno preceduto e restituirci le verità nascoste.
“La guerra chimica scatenata dal fascismo in Etiopia rimane uno dei capitoli più oscuri e controversi del nostro recente passato: questo volume, nel fornirne una ricostruzione rigorosamente scientifica, intende costituire anche una sorta di deterrente contro le facili riabilitazioni del regime mussoliniano”. (dalla quarta di copertina).
1^ edizione 1996
«Sogno di tornare come prima, avere una casa e starmene in pace. Cominciare una nuova vita da solo, perché l’ho pagata cara. E loro lo sanno…se mi sono ripreso devo ringraziare loro anche. Che prima io avevo troppo pieno di rabbia. Ma di rabbia… ma una cosa…nero dentro.»
Lucia Marzocca ha dovuto dire ai suoi due bambini di 4 e 6 anni che “papà non tornerà dopo le vacanze”.
Erano da alcuni mesi in Marocco, presso la famiglia di lui, e presto avrebbero potuto riabbracciarlo.
“Nonostante la pandemia, nel 2020 il numero di persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani è salito a quasi 82,4 milioni, secondo l’ultimo rapporto annuale Global Trends dell’Unhcr pubblicato oggi a Ginevra. Si tratta di un aumento del quattro per cento rispetto alla cifra record di 79,5 milioni di persone in fuga toccata alla fine del 2019.” (20 giugno 2021, Comunicato stampa dell’Unhcr)
“Il futuro dei popoli, l’unico possibile, è senza false frontiere e la gente ha voglia di fratellanza.
Il sottotitolo di questo libro è ‘voglia di fratellanza’. L’ho scelto perché racconto dei fatti che fanno capire le situazioni, cosa la gente sta vivendo e come vorrebbe cambiare per sentirsi meglio in mezzo agli altri e più a proprio agio con gente diversa”.